Italian Prime Minister Matteo RenziIl Premier Matteo Renzi spalanca le porte della Centrale del Latte di Firenze a Granarolo. «Non so cosa pensino i miei conterranei del Mugello. So che probabilmente, per quell’ideale di Giorgio La Pira di allora, sarebbe bello se si potesse allargare la vostra presenza nelle varie cartine. In Toscana bisognerebbe allargarsi checché ne pensino alcuni nostri conterranei». Sono state le parole di Renzi a Bologna all’inaugurazione di sabato del nuovo polo produttivo di Granarolo. Parole che hanno preso in contropiede le istituzioni toscane oltre agli allevatori che da tempo si battono per la “toscanità” della Mukki. Parole che, però, a ben pensare, dovrebbero sconvolgere troppo. Basti pensare alle vicende della Centrale del Latte comprese tra il 2007 e il 2008 con Renzi presidente della Provincia di Firenze. Dopo il forte indebitamento nato dalla realizzazione del nuovo impianto a Novoli, serviva un salvatore e una strategia che risollevasse le sorti della Mukki. Fu proprio Renzi ad avanzare la proposta dell’entrata nella compagine societaria della Provincia di Firenze, ma due condizioni: con una quota non inferiore al 50% e con la necessità di vendere ad alcuni soci privati. Nella testa dell’attuale Premier c’era già Granarolo, oltre alle ipotesi Coop e alla Centrale del Latte di Torino.

Il sindaco di Firenze sorpreso a metà L’endorsement di Renzi non sembra spiazzare più di tanto neanche il suo successore a Palazzo Vecchio. «La nostra strategia è sempre stata quella di aprire a possibili soggetti privati nell’assetto azionario della Centrale del Latte, proprio perchè dobbiamo stare al passo con i tempi – ha sottolineato Dario Nardella -. E’ ovvio che dobbiamo rispettare delle procedure pubbliche e soprattutto dobbiamo avere a cuore il futuro dell’azienda. Torno a dire che per noi ci sono tre punti irrinunciabili – ha sottolineato – ovvero, la tutela e la salvaguardia del lavoro, quindi dello stabilimento di Firenze. La tutela della filiera, della qualità dei nostri prodotti che sono di primo livello. E nella valorizzazione dell’azienda e del territorio. Rispettati questi tre canoni qualunque soggetto privato che abbia le carte in regola può ambire ad assumere una parte rilevante nella posizione dell’azienda. Se Granarolo avrà queste carte – conclude il primo cittadino di Firenze – va bene, così come tanti altri soggetti».

Confcommercio plaude alla privatizzazione Il plauso alla possibile privatizzazione arriva da Confcommercio Firenze: «La privatizzazione della Centrale del Latte e la tutela del territorio possono andare bene di pari passo. Del resto, con suoi bilanci in positivo la Mukki Latte ha dimostrato di saper stare sul mercato. E quindi ora siamo contenti di poter immaginare che possa camminare sulle proprie gambe. In un momento come questo, è impensabile che un’amministrazione continui ad avere una partecipazione all’interno di una Centrale del Latte. Anzi, l’auspicio è che dalla vendita delle quote arrivino risorse da destinare interamente al sostegno dell’economia fiorentina – dice Jacopo De Ria, presidente di Confcommercio Firenze -. Certo, alla base della cessione ci deve essere la garanzia che il nuovo soggetto tuteli gli operatori del territorio e offra prospettive di stabilità». Quanto all’ipotesi che l’azienda possa essere acquisita da Granarolo Da Ria non si reputa contrario: «perché no – riflette – ben venga il suo ingresso, se garantirà la produzione toscana del latte».

L’Unione dei Comuni del Mugello storce il naso Più di qualche dubbio sull’affaire Granarolo lo pone invece il presidente dell’Unione dei Comuni del Mugello Federico Ignesti: «Non siamo contro nessuno e non diciamo no pregiudiziali, lo chiariamo e ribadiamo. A noi, come amministratori locali, sta a cuore valorizzare e tutelare un’eccellenza del territorio. La bussola per noi sono quei punti fermi fissati proprio qui in Mugello con Regione e Palazzo Vecchio, e cioè: tutela dei livelli occupazionali, crescita dell’azienda, valorizzazione della filiera del latte di qualità e del territorio, unità di intenti dei soggetti pubblici. A noi preme, lo ribadiamo ancora, che la filiera del latte di qualità del Mugello con i suoi produttori, i nostri allevatori e le cooperative di conferimento, sia valorizzata e tutelata. Alla fine di dicembre l’assemblea dei soci della Centrale del Latte ha affidato ad un advisor un piano di valutazione complessiva dell’azienda che formuli diverse ipotesi di posizionamento sul mercato. Con dei vincoli: salvaguardare l’occupazione e garantire la filiera del latte collegata alla Centrale. C’è una procedura e ci sono delle regole. Ne attendiamo gli esiti».

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