FIRENZE – Con il parere favorevole dei soci di Consiag (23 comuni distribuiti sulle province di Firenze, Prato e Pistoia) si è composto un nuovo tassello verso la nascita della super multiutility toscana in grado di aggregare le aziende dei servizi pubblici locali, partendo da Alia, Publiacqua ed Estra. Un voto arrivato a maggioranza dei presenti all’assemblea, 19 su 23, con la sola astensione di Agliana.

Prosegue così il percorso avviato verso la multiutility con la sottoscrizione di una lettera d’intenti tra i sindaci Nardella di Firenze, Biffoni di Prato e Barnini di Empoli, e ‘ratificato’ dal presidente della Regione Toscana Eugenio Giani e che nelle intenzioni dei promotori troverà sul mercato finanziario le risorse per liquidare gli attuali soci privati, anche se la maggioranza azionaria della società sarà in mano ai Comuni: un passaggio che contempla una quotazione in Borsa da realizzare anche con il coinvolgimento di investitori locali (consumatori, lavoratori, fondazioni e forze economiche toscane).

E così dopo gli atti d’indirizzo e i primi atti amministrativi propedeutici al progetto, con i conferimenti di partecipazioni azionarie, sarà la volta dell’implementazione del progetto con l’accordo per l’exit dei soci privati. Obiettivo, quello di avere la multiutility già operativa a inizio 2022. E i comuni che vorranno, potranno entrare anche in corsa.

Un percorso però non privo di ostacoli, distinguo e altolà. “Per creare una multiutility regionale toscana è necessario rafforzare la governance pubblica, e mantenere sul territorio toscano i centri decisionali e le attività” aveva messo in guardia, poco dopo la firma, la Filctem-Cgil Toscana. “Il radicamento e la prossimità territoriale delle attività e dei centri decisionali con i cittadini e le istituzioni è fondamentale in servizi primari come acqua, gas, igiene ambientale” ha specificato il sindacato, mentre un allontanamento dal territorio avrebbe “pesanti ricadute sia per i lavoratori che per il sistema delle imprese toscane”.

Sempre il sindacato aveva poi ricordato la protesta contro la vendita al privato delle quote di maggioranza di Toscana Energia, e contro il trasferimento di attività e dei lavoratori impegnati in ruoli strategici nella gestione delle politiche aziendali. “Riteniamo che sia necessario porre rimedio a tali situazioni – aveva ammonito la Filctem – ed evitare che si ripetano in futuro, ponendo fine alla mancanza di una visione comune e strategica delle singole amministrazioni della Toscana”.

“La proposta di una multiutility toscana pone diversi interrogativi”, facendo emergere anche “possibili contraddizioni soprattutto rispetto al percorso istituzionale seguito” è intervenuta Federconsumatori Toscana. In modo particolare, secondo l’associazione di tutela dei consumatori non sembrerebbe “chiarita la modalità di partecipazione di consumatori utenti nella riorganizzazione generale di servizi così importanti per la comunità”. “Un quadro regionale frammentato, con concessioni già prorogate e scadenze diversificate che rende abbastanza ardua la realizzazione di un progetto complessivo diretto alla creazione di un’unica società che sia capace di operare nei settori descritti prevedendo, fra l’altro, una quotazione in borsa a partire dal 2022” – ha chiarito ancora Federconsumatori.

La gestione del servizio idrico

La gestione del servizio idrico nel territorio regionale è suddivisa in ATO (ambito territoriale ottimale) all’interno del quale opera una società per la gestione del servizio: nei 6 Ambiti territoriali operano quindi 6 società delle quali sono una, la società Gaia S.p.A. che opera nella Toscana Nord, è di totale proprietà pubblica; tutte le altre società operanti nel settore idrico sono miste attraverso le quali i Comuni hanno quote di maggioranza, quasi sempre non superiori al 60% del capitale, mentre la componente privata è rappresentata da società a loro volta controllate da grandi gruppi (ad es. Acea, Iren-Ireti). Le società presenti sul territorio regionale operano in virtù di concessioni che hanno varia scadenza: la concessione della società Publiacqua spa che opera nell’ATO 3 medio Val d’Arno coprendo comuni presenti nelle Provincie di Firenze, Prato, Pistoia, Arezzo, scadrà nel 2024, e negli anni successivi andranno a scadenza le concessioni anche per le altre società sino al 2034 anno in cui scadrà la concessione per Gaia S.p.A.

Rifiuti

Il servizio di gestione dei rifiuti è affidato a varie società a diversa composizione: nelle provincie di Firenze Prato e Pistoia il servizio ad una società interamente a capitale pubblico (ALIA); schema analogo è presente nella area della costa con la presenza di Retiambiente; mentre nella toscana sud, con il recente ingresso di Iren, è presente una società mista pubblico privata (SEI s.p.a Toscana).

Distribuzione gas e fornitura energia elettrica

Nel settore della distribuzione del gas opera invece Toscana energia le cui quote pubbliche sono state nel tempo vendute a Italgas (società del gruppo ENI). Estra invece rappresenta una multi utility interamente pubblica che opera sia nell’attività di distribuzione del gas che nella fornitura di energia elettrica e gas.

Le reazioni politiche

Chi sembra essersi ritirato sull’Aventino invece è Fratelli d’Italia secondo cui occorre seguire una strada imprenditoriale e non politica. “La Toscana ha bisogno di efficienza, investimenti e tariffe più eque nei servizi pubblici, risultato che si raggiunge con un progetto imprenditoriale con forte responsabilità sociale. Non con una scatola vuota, frutto di necessità politiche o partitiche”. “Siamo contrari – ha scritto con una nota il coordinatore regionale del partito di Giorgia Meloni, Fabrizio Rossi – a soluzioni come quella sottoscritta da Nardella, Biffoni e Barnini, che prevedono la nascita di una holding nella quale inserire le singole aziende toscane, che operano nei settori energia, acqua e igiene urbana. Non deve essere un soggetto politico del quale servirsi per alimentare aspettative di carriere e prebende, ma la gestione deve essere funzionale alle esigenze del cittadino”.

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