ISOLA DEL GIGLIO – Il 13 gennaio 2012 la nave da crociera Costa Concordia naufragava davanti alle acque di Isola del Giglio provocando la morte di 32 persone.

Domani, come accade ormai da undici anni, il piccolo gioiello dell’Arcipelago toscano si fermerà ancora una volta per ricordare con una Santa Messa di suffragio, con la tufata delle sirene delle imbarcazioni di Giglio Porto e con una fiaccolata fino al molo rosso, chi drammaticamente perse la vita in quegli interminabili momenti.

“L’Isola del Giglio il 13 gennaio ricorderà l’undicesimo anniversario del naufragio della Concordia, ma, come annunciato un anno fa, lo farà in maniera più riservata, perché la memoria è importante al pari della necessità di guardare avanti” ha detto il sindaco del Giglio Sergio Ortelli.

Il comandante Francesco Schettino, condannato a 16 anni di reclusione, ha visto respinta dalla Cassazione, definitivamente, la possibilità di revisione del processo e finirà di scontare la sua pena in carcere. L’Isola del Giglio, recentemente entrata nel gotha mondiale dei “best villages”, ha superato definitivamente l’associazione con il bestione d’acciaio che per mesi ha sostato come ospite indesiderato davanti Punta Gabbianara.

Naufragio Costa Concordia, la Cassazione respinge il ricorso contro le revisione del processo. Schettino resta in carcere (agenziaimpress.it)

Verrebbe da chiedersi cosa rimane oggi di quella tragedia che tenne accese le telecamere e i riflettori di tutto il mondo per mesi e mesi su uno degli angoli più piccoli della Terra per quella che fu certamente una tragedia della follia umana più che del mare. Un detto marinaresco ricorda ogni giorno a chi è pronto a salpare che “il mare vuole i bravi e nemmeno quelli”.

A distanza di undici anni la vicenda della Costa Concordia non ci ha ancora insegnato molto rispetto al concetto di prevenzione dell’emergenza, piuttosto che della gestione sull’onda dell’emotività. Lo scorso anno scrissi, proprio in occasione del decimo anniversario della tragedia, che c’era un Paese da normalizzare e che la vicenda della Costa Concordia continuava a restituirci immagini di storie straordinarie compiute da persone normali.

Naufragio Concordia. 10 anni dopo? Un Paese da normalizzare e le storie straordinarie di persone normali (agenziaimpress.it)

Oggi, credo che la vera normalizzazione di quella vicenda, consista nella consapevolezza di una memoria storica, individuale e collettiva. Possiamo dire, semplificando, che la memoria storica è il ricordo del passato che si sedimenta negli individui e nei gruppi sociali di un Paese. Anche se parente della storia, la memoria storica è meno intellettuale, precisa e sistematica e più carica di mito, affetti e passioni.

È, in sostanza, un processo, a volte personale altre collettivo, che costruisce, fondamentalmente tramite il ricordo, percorsi comunitari e individuali nel conferire riconoscimento alle proprie percezioni e al proprio vissuto.

Ecco, oggi più che mai ‘fare memoria’ diventa fondamentale. Importante. La memoria del naufragio, a differenza del ricordo, non rappresenta solo un’immagine di qualcosa che è stato, ma ne fissa nell’umanità l’idea, generando cultura, conoscenza e alimentando riflessione. La memoria fa sì che la storia narrata attraverso quell’idea non si abbia più a ripetere.

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