BancaEtruria lezioni onestà
Foto d’archivio

«Giudichiamo inammissibile e vergognosa l’assoluzione dall’accusa di ostacolo all’autorità di vigilanza per l’ex presidente Giuseppe Fornasari, l’ex direttore generale Luca Bronchi e il dirigente David Canestri». Così l’’Associazione Vittime del Salva-Banche epr voce del suo presidente Letizia Giorgianni.

«Colpo durissimo per i risparmiatori» «Quello di oggi è un colpo durissimo per i risparmiatori – si legge in una nota dell’Associazione – Fornasari (ex presidente del cda dal 2011 al 2014), Bronchi (ex dg) e Canestri (attuale direttore centrale) erano accusati di aver occultato i crediti deteriorati nel bilancio del 2012 facendoli apparire come crediti incagliati e, quindi, ancora recuperabili. Una classificazione errata che avrebbe sviato, secondo la tesi dell’accusa non riconosciuta dal Gup, la vigilanza della Banca d’Italia che pretese poi una ricapitalizzazione evidentemente inferiore al necessario con la conseguenza che la banca aretina fu poi commissariata nel febbraio del 2015 quando gli esponenti di vertice, oggi assolti, erano già stati avvicendati.  Oggi apprendiamo che per il Gup, invece, «il fatto non costituisce reato». Non prendendo in considerazione che proprio questa errata valutazione ha portato alle conseguenze che tutti conosciamo, e all’azzeramento di tanti risparmiatori, raggirati con dolo all’acquisto di tale obbligazioni per ripianare i debiti di una gestione scellerata dei vertici. Vertici che adesso sono prosciolti dalle accuse e che potranno rivestire altri importanti incarichi».

«Ora mettere in luce responsabilità Banca d’Italia e Consob» «L’Associazione – prosegue al nota – si riserva di leggere la sentenza per capire cosa abbia indotto il Gup del Tribunale di Arezzo ad una sentenza così inaspettata ed in contrasto con le aspettative e le accuse mosse dalla stessa Banca d’Italia che ha multato i 3 imputati a giudizio proprio per ostacolo alla vigilanza. Qualcosa in questa vicenda non torna: o si è nascosto alle autorità di vigilanza i crediti in sofferenza oppure banca Italia non doveva risolvere la banca e valutare al 17% i crediti in sofferenza. Che siano a questo punto messe in luce responsabilità ben più alte, ovvero quella di Banca d’Italia e di Consob».

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