2010 annus horribilis per il mondo del lavoro in provincia di Siena. Disoccupazione e Cassa integrazione sono stati i comuni denominatori per l’anno che sat per concludersi. In questo scenario si inserisce il lavoro dei sindacati e nel dettaglio della Cgil che a siena vede un nuovo segretario generale eletto da pochi giorni, Claudio Guggiari, di fronte alle sfide dettate dalla crisi economica in atto. Con lui abbiamo approfondito scenari attuali e futuri del mondo occupazionale in provincia di Siena.
“I dati nel 2010 sono indicativi, abbiamo aumentato di oltre 1300 unità il numero dei disoccupati in questa provincia, dall’inizio della crisi abbiamo perso oltre 2500 posti di lavoro e circa 1500 posti sono in discussione se non troveremo le risorse necessarie per poter agire come abbiamo fatto fino ad ora attraverso gli ammortizzatori sociali. Una critica diffusa non concentrata in qualche settore specifico o in qualche comparto produttivo anche se ci sono quelli che hanno subito più di altri la crisi. Dobbiamo adesso ragionare su come si possa consentire uno slancio produttivo a questo territorio e abbreviare i termini per trovare le condizioni anticrisi. Fino al 2015 non troveremo le condizioni occupazionali previgenti, speriamo solo che le condizioni non peggiorino. La priorità credo debbano essere gli investimenti che, su certi filoni meglio di altri, possano permettere una crisi produttiva e quindi occupazionale”.


Quali sono i casi più emblematici di crisi economica? – “Imprese che hanno un consistente numero di dipendenti rapportato alla media occupazionale del nostro territorio. Potrei citare il caso della Rcr di Colle Val d’Elsa anche se sembra prendere una piega verso la risoluzione. C’è però una piaga diffusa che sta investendo il settore della metalmeccanica, dei laterizi, dell’edilizia, dell’artigianato e dell’agricoltura. E’ una situazione sistemica che ha bisogno di interventi sistemici. A questo aggiungo che la politica governita sta aggravando ulteriormente la situazione generale. Mi riferisco agli ammortizzatori sociali, al taglio dei fondi per l’istruzione e a quelle per le infrastrutture, senza parlare dei fondi destinati agli enti pubblici. E poi non possiamo considerare che si sta deteriorando la condizione sociale di moltissime persone”.


Per il 2011 è invece previsto un aumento dei costi della vita per ogni famiglia. Anche questo aspetto come si inserisce in un contesto di crisi economica? – “Piove sul bagnato. Si parla di più di mille euro di aumento di spesa e di oltre 1600 euro di aggravio per quanto riguarda i dipendenti pubblici per i quali è previsto lo stop del rinnovo dei contratti d’impiego. Tutto questo provocherà una perdita ulteriore nel potere d’acquisto. Perchè non intervenire invece in maniera drastica su un’evasione fiscale calcolata in oltre 200 miliardi o sulla rendita finanziaria tassata in questo Paese del 12,5%? Mi pare che viviamo in delle condizioni del tutto illogiche e, probabilmente molto classiste, usando un vecchio termine che sta tornando, purtroppo, pienamente in auge”.


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