«Per 32 anni questi colleghi sono stati la mia famiglia. Mi mancherà molto. A loro e al pubblico voglio esprimere profonda gratitudine. Vi sono grato per questi 32 anni di felicità e di bella musica, parto ma tornerò…». Così il direttore d’orchestra indiano, ma ormai fiorentino di acquisizione, Zubin Mehta, concludendo poche ore fa la sua ultima direzione per l’orchestra del ‘Maggio musicale’ al teatro dell’Opera di Firenze.
Standing ovation di 10 minuti Trentadue anni dopo Mehta è intervenuto sollecitato dal neo sovrintendente Cristiano Chiarot ed ha ricevuto una standing ovation durata oltre dieci minuti e richieste senza soste di foto ed autografi quando è uscito dal ‘Teatro dell’Opera’. In prima fila fra il pubblico la moglie di Zubin Mehta, commossa da tanto affetto nei confronti del marito. «E’ singolare che sia l’ultimo arrivato a rivolgere un saluto caloroso al maestro Mehta», ha esordito Chiarot, definendo «straordinario» il suo periodo di guida dell’orchestra. «Interpreto il sentimento del teatro e del pubblico dicendo grazie per ciò che ha fatto per la città e per la musica. Ma non è finita qui: il maestro – ha annunciato Chiarot – tornerà ogni anno per dirigere un’opera al Maggio. Questa è la sua città, la sua orchestra, il suo pubblico».
Articolo precedenteFiorentina, vittoria e contestazione. Cognigni: «Preferisco commentare la vittoria»
Articolo successivoTurismo e presenze. Se il problema di Siena è l’inadempienza