SIENA – Universo e umanità, passione e sentimento, esperienza e ricerca; la tradizione che si rinnova con il progresso; soprattutto, la forza di tradurre in musica le idee e le emozioni.

C’è tutto questo e molto altro in ‘Other Echoes’ (2020) del maestro Nicola Sani, commissionata dal quartetto d’archi statunitense Carpe Diem String Quartet, eseguita con successo per la prima volta dal vivo dal Quartetto Noûs all’Istituto Italiano di Cultura di Parigi.
Il concerto, introdotto dal maestro Nicola Santi, ha aperto con l’esecuzione del quartetto ‘Fragmente-Stille, an Diotima’ (1979-80) del maestro Luigi Nono, in occasione del centenario dalla sua nascita. Il Quartetto Noûs, Ekaterina Valiulina e Alberto Franchin violini, Sara Dambruoso viola, Riccardo Baldizzi violoncello, è una delle migliori giovani formazioni italiane, uscito negli ultimi anni dai corsi dell’Accademia Chigiana.

«’Other Echoes’ – spiega il maestro Nicola Sani, direttore artistico dell’Accademia Musicale Chigiana ed ancora una volta ambasciatore della cultura italiana nel mondo – è la mia ultima composizione per quartetto d’archi, ma la prima con questa formazione puramente acustica, dopo l’ormai lontano ’Tendenze’, quartetto d’archi con elettronica su nastro magnetico; e il più vicino ‘Four Darks in Red’, per quartetto e fixed media multicanale, il cui titolo è legato a un’immagine di Mark Rothko. Il titolo nasce ancora da una suggestione poetica, in questo caso letteraria: da quello straordinario testo strettamente legato alla forma del quartetto: ‘ Four Quartets’ di T.S. Eliot».

Un brano sostenuto da una ricerca e da una storia complesse. «In un precedente lavoro, sempre per quattro strumenti – continua Sani -, avevo tratto l’ispirazione dai quartetti di Eliot: ‘A time for the evening’, tratto dal secondo tempo del poema, East Cocker: l’ultima composizione ispirato ai temi dell’Ecclesiaste, un’intensa meditazione sul tempo, lo spazio cosmico, la natura e la vita umana. Sul rapporto tra tempo passato e quello futuro è basato Burnt Norton, il primo dei quattro movimenti di Eliot. Questi temi sono alla base della scrittura di questo nuovo pezzo: si sviluppa in forma di dialogo tra i quattro strumenti, come se fossero il simbolo dei quattro elementi, archetipo della Natura e dell’universo che circonda l’umanità».

Poi la genesi del titolo. «Riprende l’espressione di Eliot “Other echoes inhabit the garden. Shall we follow?’, dove ‘echi’ può anche avere il significato di ‘suoni’». E tornare ad analizzare la struttura del brano. «I quattro interpreti rispondono diversamente alle traiettorie sprigionate da ogni singolo strumento, che diventa a sua volta un generatore di spazio timbrico. La ricerca sonora sviluppata con le tecnologie digitali mi ha consentito in questi anni di approfondire la relazione tra suono naturale, materiale pan-acustico e spazio timbrico. Oggi la ricerca sull’universo timbrico strumentale costituisce un mio ambito di ricerca prioritario. È una ricerca nuova, di tensioni al limite, filtrata dallo sguardo elettroacustico sul suono, attraverso il quale il dialogo fra gli strumenti assume inedite caratteristiche, con soluzioni dinamiche e spaziali imprevedibili».

Sani descrive lo ‘spazio’ di ’Other Echoes’. «Rappresenta un nuovo polo di attrazione e parametro di elaborazione: dove liberamente sconfinare e dove il timbro si fonde, elabora se stesso nella confluenza e interrelazione dei singoli elementi. Una concezione in se stessa intermediale, drammaturgica anche senza l’uso di immagini o di codici visivi, nel senso dell’interdipendenza di tutti gli elementi in gioco. Il titolo vuole indicare anche l’intenzione di rompere gli argini l’isolamento del suono ‘che si ascolta’ e di farlo esplodere nelle sue molteplici complessità, tra gli echi di un mondo che ha cambiato spazio».

Soddisfatto il maestro Sani del concerto all’Istituto Italiano di Cultura di Parigi. «Un grande ringraziamento al direttore Antonio Calbi e allo staff dell’Istituto; al Quartetto Noûs per la splendida esecuzione del programma estremamente impegnativo, che ha entusiasmato e appassionato il foltissimo pubblico. Un successo straordinario, una serata indimenticabile di grande musica del nostro tempo».

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