inaugurazione locali Via Monaci«Un sentito ringraziamento da parte di tutta la cittadinanza per il grande sforzo fatto dalla Misericordia di Rapolano Terme, sia in termini finanziari che di forte attaccamento al territorio. Il Comune ha fatto la sua parte mettendo a disposizione i locali e la Confraternita ha risposto nel migliore dei modi». È questo il messaggio lanciato dall’amministrazione comunale di Rapolano Terme durante il taglio del nastro dei nuovi locali in Via Monaci, nel pieno centro storico. Il Comune, attraverso due delibere del 2009 e del 2011, ha dato in comodato d’uso gratuito i locali alla Confraternita di Misericordia che, con un investimento superiore ai 35mila euro, ha recuperato e messo in sicurezza un’area di circa 60 metri quadri. Un recupero importante sul piano strutturale e urbanistico che permette non solo di avere locali pronti e disponibili per un utilizzo pubblico, ma anche dotati di nuovi accessi, totalmente ristrutturati, che faciliteranno inoltre l’ingresso nell’adiacente sede dei donatori di sangue. I nuovi locali sono collegati anche all’oratorio della Misericordia di Piazza Matteotti dove sono già stati allestiti parte dell’archivio e del museo della Confraternita dei volontari rapolanesi. «Vorrei sottolineare il grande lavoro, fatto artigianalmente dalla Edilbil e da Michele Capoluongo, volontario della Misericordia di Rapolano, che ha permesso di dare nuova luce e di scoprire un angolo del centro storico del paese tanto nascosto quanto affascinante – ha sottolineato la governatrice della Misericordia rapolanese Valeria Trilli -. Adesso, i locali in Via Monaci sono di nuovo a disposizione della popolazione e invitiamo pertanto tutti i cittadini a recarvisi per poter ammirare l’archivio e gli antichi locali dell’Oratorio della Misericordia (anche questi rimessi a nuovo dal nostro “storico” Doriano Mazzini) che un tempo erano il punto di ritrovo principale per i nostri confratelli e che oggi rappresentano una bacino importante di storie e di ricordi che custodiremo gelosamente per tramandarlo alle nuove generazioni».

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