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PISA – Dai vecchi farmaci già in commercio potrebbe arrivare una nuova arma contro il cancro. È questo l’obiettivo dell’associazione italiana per la ricerca contro il cancro (Airc), che ha finanziato per cinque anni il gruppo di Bioinformatica della Scuola Normale di Pisa per studiare una nuova soluzione contro i tumori.

Analizzando infatti una famiglia di recettori cellulari, i GPCR, già usati in moltissimi farmaci approvati per altre malattie, si è infatti scoperto che potrebbero rivelarsi utili anche contro il cancro.

Il progetto, guidato dal professor Francesco Raimondi, punta a capire come questi recettori influenzano il comportamento delle cellule tumorali e il loro rapporto con l’ambiente che le circonda. Per farlo verranno analizzati enormi quantità di dati genetici con l’aiuto dell’intelligenza artificiale, nella speranza di individuare farmaci già in commercio che possano rallentare la crescita o la diffusione del tumore. In altre parole: prendere molecole note e usarle in modo nuovo, più rapido e meno costoso rispetto allo sviluppo di un farmaco da zero.

Il progetto, finanziato da Airc con 875 mila euro, sarà portato avanti nei laboratori della Scuola Normale a Pisa. Il gruppo lavorerà con ricercatori statunitensi e giapponesi esperti di GPCR e con l’Ebri di Roma per lo sviluppo di nuove tecniche di interferenza molecolare. La ricerca si concentrerà su due tumori gastrointestinali molto aggressivi: il pancreas e il fegato.

Per l’epatocarcinoma è nato anche un polo toscano d’eccellenza: il chirurgo Davide Ghinolfi dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana fornirà i campioni dei pazienti, il laboratorio di Chiara Raggi a Firenze produrrà modelli cellulari del tumore per testare i farmaci, mentre la Fondazione Pisana per la Scienza, con Chiara Mazzanti, si occuperà della profilazione molecolare. Una task force d’eccellenza che mira a usare in modo più intelligente ciò che la medicina ha già a disposizione per accelerare la lotta contro il cancro.