FIRENZE – Saranno 49 i rifugiati, ospitati a Firenze, che domenica a Palazzo Vecchio incontreranno Papa Francesco, presente in città per l’ultimo giorno dell’Incontro tra vescovi e sindaci del Mediterraneo.

I rifugiati, donne e uomini nati in vari Paesi tra cui Afghanistan, Etiopia, Siria, Somalia, Costa d’Avorio, Eritrea e Nigeria, Repubblica democratica del Congo, Gana e Mali, hanno alle spalle storie particolari e una ‘nuova’ vita nel capoluogo toscano.

I 49 che incontreranno il Papa sono inseriti nei percorsi di accoglienza e integrazione con la Fondazione solidarietà Caritas, Diaconia Valdese, associazione Cinque pani e due pesci e coop Il Girasole. Sono state selezionati, è stato spiegato, per la loro diversa esperienza di accoglienza in città. Tra loro ci saranno Mohamad Anosh e la moglie Reha, entrambi afgani, chirurgo pediatrico lui, attivista per i diritti umani lei: in Italia con le due figli, che vanno a scuola, hanno ottenuto lo status di rifugiati. Anche Mohammad Azreakhsh incontrerà il Papa: afgano, tecnico informatico, è arrivato in Italia con la famiglia alla quale è stato riconosciuto lo status di rifugiato. Joseph, giovane nigeriano, ha affrontato un viaggio di un anno e cinque mesi passando dalla Libia, per raggiungere l’Italia. Oggi collabora con le Fondazione Caritas e va nelle scuole a raccontare la sua storia.

“I rifugiati sono tutti molto emozionati dell’incontro con il Papa – ha detto Sara Funaro, assessore all’educazione e welfare di Firenze -: abbiamo cercato di selezionare famiglie che possano essere rappresentative di tutto il percorso dell’accoglienza. Ogni famiglia ha una storia a sé, spesso fatta di grande sofferenza, ma con grande speranza di rinascita sul nostro territorio che è quello che noi stiamo cercando di dare a tutti”. Il direttore della Caritas diocesana di Firenze, Riccardo Bonechi, ha detto che i rifugiati “provengono da vari Paesi del mediterraneo proprio per dare un senso di appartenenza a questo convegno della Cei. Le persone di oggi hanno una loro storia di inclusione e di accompagnamento nelle realtà che Firenze gli ha voluto offrire”.

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