penna-e-calamaioLa letteratura è conoscenza, viaggio, emozioni, scoperta di se stessi, degli altri e del mondo. Ne troveremo conferme anche in questa rubrica che, settimanalmente, proporrà frammenti d’autore. Un piccolo “manuale d’uso” per i nostri giorni comuni e, soprattutto, per i sentimenti che dentro quei giorni abitano.

Nelle cronache letterarie la notizia del giorno (anzi, da diversi giorni) è che Elena Ferrante (la scrittrice senza volto) concorrerà al Premio Strega con il suo ultimo romanzo “L’Amica Geniale”. Non ci ha mai appassionato più di tanto poter scoprire chi si nasconda dietro quello pseudonimo, ma fin dal suo esordio, ci ha colpito la qualità di scrittura, l’equilibrio narrativo, lo scavo psicologico di cui è capace la Ferrante (o chi altro in nome suo).

«Un pomeriggio d’aprile, subito dopo pranzo, mio marito mi annunciò che voleva lasciarmi. Lo fece mentre sparecchiavamo la tavola, i bambini litigavano come al solito nell’altra stanza, il cane sognava brontolando accanto al termosifone. Mi disse che era confuso, stava vivendo brutti momenti di stanchezza, di insoddisfazione, forse di viltà. Parlò a lungo dei nostri quindici anni di matrimonio, dei figli, e ammise che non aveva nulla da rimproverare né a loro né a me. Tenne un atteggiamento composto come sempre, a parte un gesto eccessivo della mano destra quando mi spiegò con una smorfia infantile che voci lievi, una specie di sussurro, lo stavano spingendo altrove. Poi si assunse la colpa di tutto quello che stava accadendo e si chiuse con cautela la porta di casa alle spalle lasciandomi impietrita accanto al lavandino».

[da I giorni dell’abbandono di Elena Ferrante]

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