bugiardiniÈ Anna Paola Lacatena, una sociologa dell’Asl di Taranto, la più bugiarda d’Italia. A lei è andato il “Bugiardino d’oro” messo in palio dall’Accademia della bugia de Le Piastre, organizzatrice della trentottesima edizione del Campionato italiano della bugia assegnato a Pistoia (leggi). Il suo racconto si intitola “Cento lire” e si presenta come una specie di nota autobiografica (ovviamente finta) dell’autrice che ha raccontato che da piccola, facendo la cameriera nel ristorante gestito dal padre, aveva raggiunto un accordo col genitore: le avrebbe dato 100 lire ogni volta che avesse indovinato la portata ordinata dai clienti. E il suo breve racconto termina con il piacere di aver capito che era il padre ad indurre i clienti a scegliere il piatto da lei indicato per farle vincere la moneta. Un gioco di ruoli che ha determinato il verdetto emesso dallo scrittore Sandro Veronesi al cui giudizio finale sono state sottoposte le 10 migliori bugie scelte tra le partecipanti al concorso di quest’anno che proponeva come tema “La menzogna a tavola”.

Tutti i premiati nel corso della prima serata della trentottesima edizione del Campionato italiano della Bugia. Cremona città di bugiardi. Dalla pantegana camuffata da fagiano alla mozzarella al viagra
Tutti i premiati nel corso della prima serata della trentottesima edizione del Campionato italiano della Bugia. Cremona città di bugiardi. Dalla pantegana camuffata da fagiano alla mozzarella al via.gra

La classifica e gli altri riconoscimenti Dopo la vincitrice si sono piazzati Maurizio Gilardi di Arese (Milano) con la storia della pantegana arrosto spacciata per fagiano, e Ludovico Ferrari da Varallo (Vercelli) per una sua storia sul polpo di lago, giunto terzo a pari merito con Anna Martinenghi di Cremona, che con la mozzarella blu al via-gra, tinta invece con i mirtilli, si aggiudica anche per il secondo anno consecutivo il premio assegnato dalla giuria popolare. è invece di Roma il vincitore del “Bugiardino d’oro” per la sezione grafica, Marco De Angelis, che ha sbaragliato tutti disegnando sotto la scritta “piatto tipico italiano, mozzarella e pomodoro” un contadino intento a mungere le mammelle di un enorme pomodoro, sicuramente transgenico. Al secondo posto Margherita Allegri di Cremona (città evidentemente di “bugiardi” visto che si e’ aggiudicata il podio sia nella sezione grafica che in quella letteraria) con il maquillage sulla lingua di un politico che prima di un discorso viene dipinta con gli zuccherosi colori dell’arcobaleno della pace.

I primi tre classificati nella sezione "Grafica". Ovviamente il vincitore sale sul gradino più basso del podio.
I primi tre classificati nella sezione “Grafica”. Ovviamente il vincitore sale sul gradino più basso del podio.

L’evento Per questa edizione del Campionato italiano della Bugia de Le Piastre Walter Ugolini, dirigente d’industria di Milano, ha vinto come il più bugiardo d’Italia 2014 arrivando sul palco per descrivere il vero stato dei cantieri dell’Expo 2015, dicendo che «i cantieri sono terminati da tempo, tanto che siamo alla terza tinteggiatura interna per rimediare ai danni dell’usura». Inoltre ha aggiunto che l’Italia «è stata rimproverata dall’Unione Europea per aver accelerato troppo i tempi di realizzazione», quindi ha concluso affermando che «alcuni politici e costruttori per non farsi trovare impreparati rispetto al tema dell’alimentazione hanno deciso di mangiarci in anticipo». Podio d’onore a Vincenzo Menna, pensionato di Bologna che ha raccontato la “vera” storia del tortellino, nato secondo lui in Babilonia e considerato bolognese per un errore di trascrizione. Viene da Livorno e fa l’operatrice sociosanitaria la terza classificata, Alessandra Norbedo, che ha affermato di aver fatto la pasticcera della nazionale italiana di calcio in Brasile e di aver quindi dovuto cucinare molte torte dei «bischeri». È toscana invece, per la categoria under 14, la bambina più bugiarda d’Italia: si chiama Bianca Scatizzi, 4 anni, e viene da Ponte Buggianese (Pistoia). La piccola ha raccontato ciò che le direbbe il nonno, cioè che «le nuvole sono piccole pecorelle che mangiano i raggi del sole e fanno le uova dalle quali a primavera nascono i temporali». Il tutto concludendo con un «ma io non ci credo».

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