Dopo la moschea a Sesto Fiorentino si va verso la costruzione di una nuova moschea anche nel territorio di Prato. L’atto formale è stato firmato ed il luogo scelto è piazza del Mercato nuovo, è più vicina. Da mercoledì scorso l’associazione islamica ‘La Speranza’ è ufficialmente proprietaria dell’immenso capannone di piazza del Mercato Nuovo, angolo via Bresci, che un tempo ospitava l’ex Calamai. Il rogito è stato definito tra i vecchi proprietari e una decina di rappresentanti dell’associazione tra cui il nuovo presidente, Ezzenati Abderrahmane. Costo totale dell’operazione: 460mila euro che l’associazione La Speranza ha raccolto tra i fedeli in un anno e mezzo racimolando i soldi a fine di ogni preghiera, anche cinquemila euro al colpo.

Abderrahmane (Assocazione La Speranza): «Lavori fatti dai fedeli su base volontaria»  «Finalmente siamo riusciti a perfezionare l’atto – ha raccontato soddisfatto Ezzenati Abderrahmane – Vogliamo realizzare un centro di preghiera che sia punto di riferimento per tutti i fedeli. Dobbiamo finire di pagare le spese per il notaio e quelle di registro, poi penseremo ai lavori che saranno fatti dai fedeli su base volontaria. Tutti hanno contribuito all’acquisto dell’immobile, per noi era fondamentale avere quel capannone: gli spazi sono adeguati per fare una moschea. A breve presenteremo il progetto e metteremo insieme i soldi per la ristrutturazione» La moschea occuperà tutti i 930 metri quadrati del capannone con due ingressi, due stanze di preghiera (divise fra uomini e donne), un banco alimentare, una scuola di arabo e di italiano, oltre al centro di raccolta per la donazione del sangue, una biblioteca e un’aula per l’insegnamento del Corano ai bambini.

Donzelli (Fdi): «Basta con l’islamizzazione della Toscana» Ma la polemica su una nuova moschea in Toscana è già scattata a livello politico. «Dopo Sesto Fiorentino adesso anche Prato -ha sottolineato il capogruppo in Consiglio regionale della Toscana e capolista in Toscana alla Camera di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli -.Basta con l’islamizzazione della Toscana. Nessuna moschea può essere accettata senza trasparenza sulla provenienza dei fondi utilizzati per realizzarla: vogliamo sapere da dove provengano i 460mila euro utilizzati per l’acquisto dell’immobile. E’ necessario conoscere uno ad uno i nomi di tutti i finanziatori: la libertà di culto di alcuni non può e non deve minare il diritto alla sicurezza di tutti. Nessuno può negare che siano islamici i terroristi che hanno insanguinato le capitali europee – ha aggiunto Donzelli – è un dovere imprescindibile, da parte delle istituzioni, verificare che quei soldi non provengano da stati che finanziano le organizzazioni terroristiche come l’Isis o movimenti fondamentalisti come i fratelli musulmani. In luoghi del genere si deve poter entrare soltanto esibendo un documento e consentire sermoni e insegnamenti soltanto in lingua italiana. Invece vediamo che a Prato vogliono addirittura usare quella struttura per insegnare l’arabo. La sinistra al governo a Prato, come in altri comuni, sta permettendo la realizzazioni di questi luoghi senza verificare adeguatamente la loro pericolosità noi non accetteremo che i cittadini debbano subire tutto ciò senza essere neanche consultati».

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