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MONTEPULCIANO – Il 6 settembre è un giorno importante per le Cantine Dei a Montepulciano, una delle aziende leader del Vino Nobile.

«Per celebrare 40 anni, organizzeremo una festa», anticipa Caterina Dei. Titolare dell’azienda, valorizzando tradizione e progresso, ha assicurato alle Cantine Dei, oggi marchio apprezzato nel mondo, una diversificata offerta di qualità e un solido sviluppo.

«Si inizierà – continua Caterina – con un’esclusiva degustazione verticale
guidata dall’esperto Daniele Cernilli. Alle 18, il celebre pianista Danilo Rea si esibirà in un suggestivo concerto in bottaia; al termine, la cena preparata dallo chef Leonardo
Fiorenzani con le ricette abbinate ai nostri gravini ascoltando alcune mie canzoni. Sarà
un evento condiviso con tanti amici per festeggiare un traguardo importante».

In quattro decenni le Cantine Dei sono diventate un’azienda leader del territorio con i suoi marchi apprezzati nel mondo. 
«La nostra storia inizia nel 1964 con nonno Alibrando, prosegue con mio padre, Glauco Dei, imprenditore visionario, purtroppo scomparso. Negli anni Ottanta, ha costruito questa cantina spettacolare, uno scrigno di travertino; nel 1985, ha lanciato la nostra prima bottiglia di Nobile di Montepulciano. In 40 anni il mondo è cambiato radicalmente. Quando abbiamo piantato la prima vigna, internet non esisteva, oggi parliamo di intelligenza artificiale: la nostra passione per il vino, però, non è cambiata. Ogni calice che serviamo non è solo un prodotto, ma un’emozione, sintesi di sacrifici e dedizione».

L’ingegner Glauco Dei rappresenta la matrice del percorso che oggi lei porta
avanti con le sue Cantine.
«Mio padre ha trasformato la nostra azienda in qualcosa di straordinario. Non ha creato
una semplice cantina, ma un caveau di travertino, la sua pietra del cuore, capace di
emozionare. La scala elicoidale e l’anfiteatro naturale sono esempi del suo genio creativo.

Ha voluto rendere la cantina un museo a cielo aperto, con opere di artisti
internazionali. Amava la bellezza e desiderava che questo luogo fosse dedicato
non solo al vino, ma anche all’arte e alla musica, creando un’atmosfera magica».
Le Cantine Dei rappresentano un modello di passaggio generazionale. La sua
strategia?
«Ho sempre amato la musica, cantare, suonare; mio padre mi convinse a tornare in
azienda. Ho capito che fare vino è un’arte che mi consente di esprimermi al meglio. Nel
quarantesimo anniversario, abbiamo aperto l’osteria, opportunità per amici e clienti di
degustare vini Dei in un contesto speciale: il miglior modo per onorare i nostri grandi
rossi, abbinati a piatti che li esaltano».

Il futuro delle Cantine Dei?

«Di strada ne abbiamo percorsa tantissima e tantissima ci attende. Il vino, credo, è il
miglior ambasciatore di questa terra. Ciò mi assegna una grande responsabilità. Gli
aromi, come la musica, appartengono a ricordi indelebili. Il futuro lo scriveremo con
chi ama i nostri vini e la nostra storia».