FIRENZE – In dieci anni in Toscana sono scomparsi 36.275 artigiani. I dati, elaborati dall’Inps e approfonditi nel recente report della Cgia di Mestre, fotografano una realtà in forte contrazione.
Nel 2014 erano oltre 150mila, mentre alla fine del 2024 il loro numero è sceso a 114.381, con un calo del 24,1%.
Questo significativo calo è il risultato di diversi fattori, sottolineano i ricercatori della Cgia: l’invecchiamento della popolazione artigiana, la carenza di ricambio generazionale, la concorrenza della grande distribuzione e del commercio elettronico, l’onere della burocrazia, l’aumento vertiginoso degli affitti e la pressione fiscale che hanno spinto molti a lasciare l’attività.
Il trend negativo si conferma anche nel 2024, anno in cui la Toscana ha registrato un’ulteriore diminuzione del 4,7%, pari a 5.691 artigiani in meno rispetto al 2023. Tra le province, Prato ha segnato il calo percentuale più rilevante (-6,7%), piazzandosi al settimo posto nella classifica nazionale, mentre in valore assoluto Firenze ha perso il maggior numero di professionisti (-5%, pari a 1.605 persone). Sulla costa, Pisa e Lucca registrano un calo del 4,6%, Livorno e Pistoia del 4,5%. Seguono Arezzo e Siena (-4,1%), Massa Carrara (-4%) e Grosseto (-3,6%).
Il problema, tuttavia, non è solo toscano: a livello nazionale, negli ultimi dieci anni il numero degli artigiani è passato da 1.775.000 a 1.377.000, con una riduzione del 22,4%. Anche nel 2024 l’Italia ha perso circa 72mila artigiani, pari a un -5% rispetto all’anno precedente, un calo simile a quello della Toscana.
Il futuro dell’artigianato è quindi a rischio: secondo la Cgia di Mestre, l’invecchiamento degli operatori e il calo demografico, uniti alla difficoltà di attrarre nuove leve, renderanno sempre più difficile trovare idraulici, fabbri o serramentisti disponibili per riparazioni e manutenzioni entro il prossimo decennio, con pesanti conseguenze sui servizi locali e sull’economia territoriale.