Effettuato a Siena, al policlinico Santa Maria alle Scotte, il trapianto di rene numero 1000, un traguardo importante raggiunto da tutta l’équipe multidisciplinare diretta da Mario Carmellini, responsabile della Chirurgia dei Trapianti di Rene dell’Azienda ospedaliero-universitaria Senese, insieme a tutta l’attività dell’UOC Nefrologia, Dialisi e Trapianti, diretta da Guido Garosi.

Attività cresciuta e potenziata L’attività di trapianto di rene ha preso il via al policlinico Santa Maria alle Scotte a maggio 2000 e, in questi 19 anni, è cresciuta e potenziata, ridando benessere e qualità di vita a tantissimi pazienti, grazie anche alla generosità dei donatori e all’attività del Coordinamento Organi e Tessuti dell’Aou Senese. «Si tratta di un risultato importante raggiunto grazie alla piena collaborazione tra tante professionalità diverse – spiega Carmellini – tra cui nefrologi, anestesisti, chirurghi, biologi, immunologi, infettivologi, anatomo-patologi, psicologi, infermieri, tecnici, tutto il personale di sala operatoria e della degenza protetta».

Trapianti anche da donatore vivente A Siena, vengono effettuati trapianti di rene sia singoli che doppi, anche da donatore vivente e in modalità cross-over, cioè con scambi incrociati tra coppie non compatibili, e con donazione samaritana, interventi effettuati sia con tecnica laparoscopica che robotica. «I pazienti che hanno bisogno di trapianto – aggiunge Carmellini – vengono inseriti in una lista d’attesa unica regionale in modo da evitare le iscrizioni multiple, realizzare criteri comuni di iscrizione in lista e costituire un pool unico dei reni donati che vengono assegnati, in base a criteri prestabiliti, ai riceventi più compatibili». L’organizzazione delle attività del Centro è gestita dal Coordinamento Trapianti, attivo 24 ore su 24. «Il percorso diagnostico e assistenziale dei pazienti candidati al trapianto, predisposto dal coordinamento infermieristico – prosegue Carmellini – prevede una visita medica preliminare per la valutazione nefro-chirurgica ai fini dell’inserimento in lista d’attesa, gli esami necessari per arrivare al trapianto e un monitoraggio post-operatorio sul paziente trapiantato. Dopo il trapianto, inoltre – conclude Carmellini – continuiamo a prenderci cura di tutti i pazienti attraverso le attività di follow up, con controlli periodici».

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