FIRENZE – La Regione Toscana ha definito i 16 accorpamenti di istituti scolastici richiesti dal Ministero dell’Istruzione per l’anno scolastico 2026/2027, ma ha deciso di sospenderli in via cautelativa.
La decisione, formalizzata con una delibera di giunta approvata ieri, mantiene invariato il numero di 466 istituzioni scolastiche autonome attualmente presenti sul territorio regionale.
La sospensione è motivata dall’attesa dell’esito del ricorso straordinario al Presidente della Repubblica contro il Decreto Ministeriale 124/2025. Il contenzioso riguarda il criterio utilizzato per calcolare il numero di autonomie scolastiche da ridurre: il Ministero si è basato su una stima della popolazione scolastica, mentre l’Ufficio Scolastico Regionale (USR) di Toscana ha comunicato dati relativi alla popolazione scolastica effettiva, più elevata di circa 8mila studenti (436.671 iscritti reali contro 428.679 stimati dal Ministero).
“Procediamo con la definizione degli accorpamenti richiesti, ma prima di adottare decisioni definitive, che potrebbero creare disservizi e tensioni nei territori, vogliamo chiarimenti su questo punto cruciale”, ha spiegato il presidente della Regione Eugenio Giani durante la conferenza stampa a Palazzo Strozzi Sacrati, insieme all’assessora all’istruzione Alessandra Nardini. Giani ha sottolineato come precedenti provvedimenti, compresa la Legge di bilancio 2023, riconoscessero la necessità di basare il dimensionamento scolastico sulla popolazione reale degli studenti.
L’assessora Nardini ha evidenziato la lunga opposizione della Toscana ai tagli alle autonomie scolastiche imposti dal Governo negli ultimi anni. “Due anni fa abbiamo manifestato il nostro dissenso in ogni sede, riuscendo a limitare a quattro i tagli previsti inizialmente e poi ad ottenere una sospensione totale degli accorpamenti nel 2025. Oggi il Governo torna a imporre 16 riduzioni, ignorando il fatto che la Toscana ha già realizzato un dimensionamento efficace con istituti comprensivi e continuità verticale”, ha detto. Nardini ha ribadito la richiesta di rivedere i numeri alla luce dei dati ufficiali sull’effettiva popolazione scolastica regionale.
Formalmente, la delibera prevede la riduzione da 466 a 450 delle autonomie toscane, sulla base del contingente nazionale di dirigenti scolastici e direttori amministrativi. Sono previsti quattro accorpamenti in provincia di Lucca, tre a Massa Carrara e Pistoia, due nella Città Metropolitana di Firenze, e altrettanti nelle province di Grosseto e Siena. La Regione ha esercitato il potere sostitutivo sui provvedimenti parziali approvati dalla Provincia di Massa Carrara. La sospensione cautelativa è stata disposta per “gravi motivi”, secondo le norme sul procedimento amministrativo.
Il presidente Giani ha espresso l’auspicio che nel dibattito parlamentare sulla legge finanziaria i parlamentari favoriscano emendamenti per superare l’inopportunità del dimensionamento imposto, ascoltando le esigenze dei territori. “Chiediamo al Governo di tornare indietro su questa scelta”, ha concluso l’assessora Nardini, “non solo a nome della Toscana, ma insieme ad altre Regioni, nella speranza che il Ministro Valditara apra finalmente un confronto reale con noi, come abbiamo più volte richiesto senza esito”.







