renzi22Una collettiva di disegnatori satirici per ritrarre il protagonista politico dell’Italia odierna, il premier Matteo Renzi. E’ ‘Renziade. Da Rignano a Palazzo Chigi l’epopea del Sindaco degli Italiani’, una delle due mostre che inaugureranno a inizio luglio la sede ristrutturata del Museo della Satira, nel Forte di Leopoldo I a Forte dei Marmi (Lucca).

La mostra Come era accaduto per altri leader politici, protagonisti di mostre analoghe – ‘Craxeide’, ‘Berlusconeide’, ‘Napolitaneide’ – disegnatori italiani hanno messo sotto la propria lente satirica le imprese, le promesse, le avventure politiche di Renzi. Così, nei disegni esposti, molti inediti, c’è chi come Marilena Nardi, in copertina del catalogo, lo disegna seduto regalmente sul proprio nome, moderno granduca di Toscana, con corona e scettro fiorentino; il Renzi di Bucchi pensa, come Modugno, «che un sogno così non ritorni mai più»; Benny lo dipinge nei panni di Lorenzo il Magnifico; Bobo di Staino ammette ormai rassegnato che Renzi sia il nostro petrolio: «Dobbiamo usarlo cercando di limitarne i danni&hellip dandosi da fare per sostituirlo al più presto con le energie rinnovabili»; Biani lo raffigura come Dorian Gray, che nello specchio vede Berlusconi; Vauro lo disegna mentre nasconde Verdini ai carabinieri, arrivati a prelevarlo; l’Istituto Lupe, gruppo di satirici popolari sul web, lo rappresenta in miriadi di fotomontaggi tra cui Renzi-sfinge di Cheope. Tra i disegnatori in mostra anche Altan, Bucchi, Giannelli, Vincino e molti altri.

Il catalogo A presentare in catalogo le opere è Marco Damilano secondo il quale «con Matteo Renzi la rappresentazione benevola e solare che ogni potere vuole dare di sé si è fatta, definitivamente e grazie anche al dominio dei social network, compiuta auto-rappresentazione. Raffigurazione che non accetta mediatori, che si fa da sé». Dal Museo infine un invito al premier a visitare la mostra, «perché – si spiega in una nota – come diceva Ethel Barrymore, attrice americana di fine ‘800, ‘Si cresce davvero la prima volta che si ride di se stessi’».

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