Un azzardo senza precedenti. Definisce così il presidente della Provincia di Arezzo, Roberto Vasai, il decreto di riordino che porterà alla riduzione delle province italiane. «L’avevamo detto con largo anticipo che questa operazione di riordino era un azzardo senza precedenti  – spiega – e che rischiava di naufragare, ma ora che il dado è tratto sarebbe davvero inaccettabile se qualcuno venisse a dirci che si riazzera tutto». Vasai è intervenuto oggi per commentare l’evidente impasse che sta caratterizzando l’iter di conversione del decreto sul riordino delle Province, che il Governo ha varato lo scorso 5 novembre (leggi) e che, quindi, deve essere convertito entro il prossimo 5 gennaio.
 
Il danno e la beffa «Mi risulta che ci sia un confronto aperto, all’interno della commissione parlamentare, per cercare di correggere alcune storture che sono emerse, ma mi pare a dir poco sorprendente che l’unica voce che si è levata in questi giorni per chiedere che sia garantita la conversione del decreto sia quella del Presidente dell’Upi Saitta. E’ davvero il colmo che le Province, dopo aver dovuto subire una operazione fatta male e non condivisa, ora debbano essere quelle che con maggior senso di responsabilità chiedono che non si fermi la macchina e che si creino le premesse per far si che questo riordino possa realizzarsi nel modo migliore, consentendo alle province di tornare a svolgere il proprio ruolo nell’interesse delle comunità locali. Dopo che la Corte Costituzionale – conclude Vasai – ha deciso di rinviare la sentenza sulla cosiddetta legge svuota-province (leggi), proprio per consentire che andasse avanti l’operazione di riordino istituzionale, sarebbe davvero il colmo se alla beffa per il rinvio della decisione si aggiungesse l’ulteriore danno che deriverebbe dall’azzeramento del processo di riordino»

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