irene grandi firenzeHa sfidato palcoscenici prestigiosi, da quello di Sanremo ai tanti europei che hanno fatto da cornice alla sua carriera, costellata di tour e dischi che hanno varcato i confini italiani ma il prossimo 31 dicembre si ritroverà di fronte forse la sua sfida più difficile, ovvero con il ‘teatro’ di casa, quella Piazza Pitti che ha percorso per tanti anni da bambino fino all’adolescenza, passando poi per la fase adulta, senza pensare mai che un giorno sarebbe diventato lo sfondo di un concerto fra più temuti dagli artisti, quello di Capodanno. Accadrà così che Irene Grandi passerà gli ultimi istanti del 2015 ed il 2016 dividendo la scena con colleghi come quel Mannarino che ha fatto della musica alternativa il suo marchio di fabbrica, ma anche con tanti gruppi della scena rock adolescenziale toscana. Ma la vera regina sarà lei della notte più lunga dell’anno, quella che deve divertire ma non fare sballare, quella che deve raccontare l’anno che è stato e quello che sarà.

Voglia di divertirsi Irene Grandi è nata e cresciuta all’ombra di Piazza del Carmine, cullata in quella Firenze d’Oltrarno che l’ha adottata e poi difesa e mai osteggiata, a differenza di tanti concittadini che fanno fatica prima ad imporsi e poi a resistere alle invidie del toscanaccio medio, che graffia con le sue battute e non perdona niente. «Ho già affrontato i Capodanno musicali nella mia regione, ricordo pochissimi anni fa la fantastica serata a Siena, in una piazza del Campo da brividi  ma anche le tante notti a cavallo con la fine degli anni, in cui si riunivano i gruppi che magari per tutto il resto dei giorni non c’erano mai, e tu avevi la grande responsabilità di dovergli fare compagnia, perché erano usciti per te, in una giornata che non ha duplicati nel resto dei 365 giorni – ha raccontato Irene Grandi in sede di presentazione del concerto di Capodanno a Firenze, fortemente voluto dal sindaco Dario Nardella e dal suo staff –. Certo, suonare a casa è un qualcosa di completamente differente, ma per me sarà un atto d’amore e ci sento tantissimo non solo a fare un grande spettacolo ma a divertirmi anche io, perché sennò chi sta fra il pubblico mi vedrebbe solo come figura scomposta dalla loro uscita alla ricerca di buona musica».

Traguardo di un percorso di riavvicinamento «Questo concerto è il completamento di un percorso che mi ha portato negli ultimi tempi a riavvicinarmi a Firenze, alla mia regione, a riscoprire qui la mia anima rock che è segnata dai primi giri nei locali prima verso la provincia e poi in tutto il territorio che circonda il capoluogo toscano -ha aggiunto Irene Grandi –. Il mio look, il mio stile, è frutto delle miscellanee che ci sono intorno a noi, e sono un misto di tradizione e alternatività. Ho ripreso a frequentare chi avevo conosciuto nei primi anni di carriera e spero ci sia modo durante il concerto anche di raccontare e rappresentare bene quanto sono maturata negli anni e quanto poi alla fine non ci si distacchi mai veramente del tutto da casa. Sono felice che una città che punta sul classico come Firenze, abbia recuperato la sua anima moderna, ritornando a scoprire il moderno delle sue piazze, dei suoi punti di incontro, che in passato forse erano diventati territorio ormai solo di chi ci abitava e dei turisti».

 

Sorpresa promessa Irene Grandi ha fra l’altro annunciato un colpo ad effetto nel suo concerto fiorentino di Capodanno. «Vorrei che fosse una sorpresa: un omaggio alla città ma anche a chi mi ha voluto bene e sostenuto anche nei momenti in cui non sembravo all’apice della scena musicale. Il tutto è nato grazie al suggerimento del giornalista Fulvio Paloscia che ci ha chiesto poco tempo fa se avremmo fatto qualcosa di speciale. Sarà qualcosa fuori dal mio repertorio classico. L’anno prossimo inaugurerò uno spettacolo nuovo  insieme ai fratelli Lanza, che si terrà alla sala culturale Vanni e che sarà non solo una somma del passato ma una voglia di proiettarsi in nuove sonorità e che ho già promesso poi porterò in giro prima per la Toscana e poi nel resto d’Italia. Ho voglia di riscoprire città e luoghi da Pisa a Pistoia, da Arezzo a Montecatini, che da troppo tempo non frequento».

 

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