L’assessore regionale alla cultura Cristina Scaletti, interviene nella polemica sul multiplex di Novoli. “Credo sia necessario fare un pò di chiarezza – dichiara Scaletti – su una vicenda che rischia di diventare altra cosa rispetto al suo significato originario. La decisione della giunta regionale di reintrodurre il parametro delle distanze come requisito nella regolamentazione delle sale deriva dalla presa d’atto che la normativa nazionale nel dlg 28/2004 “Riforma della disciplina in materia di attività cinematografiche” nell’ Art. 22.(Apertura di sale cinematografiche) invita le regioni, con proprie leggi, a disciplinare la regolamentazione delle sale, secondo i seguenti principi fondamentali: rapporto tra popolazione e numero degli schermi presenti nel territorio provinciale; ubicazione delle sale e arene, anche in rapporto a quelle operanti nei comuni limitrofi”.


La polemica – Sul Multiplex di Novoli le polemiche sono nate in seguito all’emendamento proposto dalla Giunta Regionale, in sede di approvazione della Finanziaria 2011. L’emendamento ristabiliva un limite di distanza tra multisale cinematografiche, a suo tempo tolto dalla Giunta Martini.


Il limite – “Ci è dunque sembrato utile, nonché coerente con un’indicazione nazionale – spiega Scaletti – provvedere a reinserire tale parametro, (peraltro presente nella nostra legge regionale del 2004, poi tolto nel 2006), al fine di rispettare il principio presente nel dlg 28/2004 secondo il quale il cinema viene riconosciuto dalla nostra Repubblica, in attuazione degli articoli 21 e 33 della Costituzione, quale fondamentale mezzo di espressione artistica, di formazione culturale e di comunicazione sociale. Pertanto risulta evidente la necessità di tutelare un’armoniosa ed equilibrata distribuzione delle sale, al fine di evitare concentrazioni dal sapore monopolistico a danno della possibilità di tutti i cittadini di avere un cinema accessibile. L’accentramento e il monopolio di qualsiasi declinazione della cultura è lesiva di una sua caratteristica imprescindibile, quella di tutelare le diversità, di favorire tutte le espressioni,piccole e grandi, di incentivare le diverse sfumature e di garantire la libertà di espressione, di cui il cinema è uno straordinario portatore, così come lo è l’editoria, a tutti i livelli”.


Firenze

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