tassePer compensare i tagli ai trasferimenti nazionali i comuni toscani hanno, in media, raddoppiato in tre anni le loro tasse. È la denuncia che arriva dalla Cisl Toscana che spiega come esistano forti differenze con comuni che hanno incrementato di poco la pressione fiscale e altri che l’hanno triplicata. E mentre c’è chi, a fronte di un’alta tassazione, offre molti servizi, altri chiedono molto ai propri cittadini, ma restituiscono pochissimo sul fronte sociale. Sono alcuni dei dati che emergono da una ricerca realizzata dalla Fnp-Cisl della Toscana su un campione di comuni che copre tutte le province della regione e comprende tutti i capoluoghi di provincia, dal 2011 al 2013.

Lo studio della Cisl toscana La ricerca conferma secondo la Cisl Toscana che il ‘federalismo fiscale’ italiano si è tradotto in un incremento generalizzato di tasse per i cittadini e rende conclamata la necessità di una vera, profonda e seria riforma del fisco nel nostro Paese. I dati emersi dall’incontro con la stampa odierno riguardano 50 comuni, in un campione che ha coperto tutte le province della regione dal 2011 al 2013: il primo dato che emerge è che le entrate da tributi propri sono cresciute ovunque, in media del 91,7% ma con forti differenze: l’incremento piu’contenuto si registra a Pontremoli (+3,9%), quello piu’ampio a Cascina (+197,3%). Nel 2013 il contributo delle entrate tributarie al totale delle entrate correnti si attesta per i comuni del campione mediamente al 70%. In altre parole secondo la Cisl Toscana le amministrazioni comunali ormai finanziano in larga parte la loro gestione ordinaria attraverso ma fiscalità municipale.

La presa di posizione «È possibile secondo noi non aumentare le tasse e dare più servizi sociali ma ci vuole un impegno grosso della politica e di tutti gli attori  – ha spiegato il segretario generale della Cisl Toscana Riccardo Cerza incontrando questa mattina la stampa –. Bisogna riuscire a ridurre le spese, ad esempio con la riunione dei comuni. Alla politica chiediamo concertazione e di riformare il fisco. Ho visto gli ultimi dati: la classe media in Italia si è ridotta dal 70% al 35%, i ricchi sono sempre più ricchi e ci sono sempre più poveri e va ridistribuita la ricchezza. Per questo la Cisl ha varato una raccolta firme chiamata “Per un fisco più equo e giusto. Pensiamo ad una legge di iniziativa popolare visto che la politica non riesce a muoversi. Chiediamo ai cittadini di far partire questa riforma fiscale, molto semplice, che vuole portare mille euro in più a tutti i cittadini che guadagnano sotto i quarantamila euro». «Fra le categorie più colpite dalla mancata diminuzione di tasse ci sono sicuramente i pensionati – ha aggiunto Mauro Scotti, segretario generale Fnp-Cisl – I pensionati italiani hanno una pressione fiscale incredibilmente maggiore rispetto a quanto accade nelle altre parti d’Europa. Le detrazioni fiscali sono poi indubbiamente minori rispetto ai lavoratori dipendenti ed i servizi sono calati fortemente. Le tasse a livello locale sono aumentate in maniera esponenziale e quindi sui pensionati questa condizione ha un peso che è divenuto insostenibile. Raccogliamo le firme per un’iniziativa popolare, partendo dalla Toscana, dall’inizio della prossima settimana. L’obiettivo è cambiare il sistema fiscale italiano, che risale alla fine degli anni ’60-inizio anni ’70. Vogliamo evitare che la fascia di povertà fra gli anziani aumenti ancora, dobbiamo fare in fretta: gli ultimi dati Istat sui trattamenti pensionistici ci dicono che i neo pensionati, ovvero quelli andati in pensione nel 2013, percepiscono un reddito inferiore di quasi il 25% rispetto agli altri pensionati».

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