Il 26 aprile l'ultima colata dell'altoforno Lucchini

Flero (BS) – È cresciuto del 51,7% l’export italiano di prodotti della siderurgia, tubi e altri prodotti della prima trasformazione dell’acciaio nel 2021, passando da 14,8 a 22,5 miliardi di euro. Una variazione positiva dovuta all’aumento delle vendite all’estero in quantità (+11,5%) ma, soprattutto, all’incremento dei prezzi (+36,5% mediamente). Nel 2020, si era registrato un calo del 18,6% in valore.

È quanto emerge dall’analisi dell’Ufficio Studi siderweb su dati Istat che confermano il consolidamento della geografia dei poli produttivi dell’acciaio italiani che si è venuta a creare dopo la grande crisi del 2008.

Una ripresa che è andata a compensare l’andamento della produzione e delle esportazioni che hanno registrato una riduzione molto più marcata nelle province dove sono (erano) presenti le aziende siderurgiche di maggiori dimensioni. Infatti, nel 2021 rispetto al 2008, le esportazioni di prodotti siderurgici della provincia di Taranto (dove si trovano le Acciaierie d’Italia, ex Ilva) sono diminuite del 78,2%, relegandola all’ultimo posto nella classifica dei primi 20 poli siderurgici italiani; quelle della provincia di Livorno (dove opera JSW Steel Italy, ex Lucchini Siderurgica di Piombino) si sono ridotte del 68,3%, causando l’esclusione dai primi venti poli siderurgici italiani; le esportazioni della provincia di Torino (dove c’era lo stabilimento thyssenkrupp, ora chiuso) sono diminuite del 45,4%, provocando la perdita di nove posizioni nella classifica dei primi 20 poli siderurgici italiani.

Le esportazioni dei primi 20 poli siderurgici italiani sono passate da 12 a 19 miliardi di euro, con un incremento del 58,2%. Variazioni positive molto più alte della media sono state registrate dai poli di Alessandria (+153,4%), Verona (+102%), Mantova (+89,8%), Genova (+84,9%), Brescia (+67,6%), Taranto (65,2%) e Cremona (64,5%). Di contro, i poli con variazioni positive sotto la media sono Bergamo (+9,1%), Ravenna (+26,8%), Vicenza (+31,7%), Forlì-Cesena (38,3%), Monza e Brianza (+41,8%) e Torino (+44,1%).

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