Mancano ormai poco meno di quarantott’ore e a Siena saranno aperte le urne per le primarie del candidato sindaco del centrosinistra. E c’è già chi confessa di non poterne più. Giusto giovedì notte il candidato di Sel, Pasquale D’Onofrio, sulla sua bacheca Facebook, confessava di essere sfinito da questa campagna elettorale.
 
Lo sfidante D’Onofrio: «Stremato, non sono un politico» «Ragazzi sono stremato, io ce l'ho messa tutta. Non sono un politico di professione e si vede». Una dichiarazione un po’ bizzarra da chi, a poche ore dal voto, dovrebbe ancora stimolare i suoi sostenitori a votarlo e farlo votare. Quasi una confessione di inadeguatezza al ruolo e di fastidio per averlo dovuto interpretare.
 
Gli sfidanti che si sono sfilati E meno male che almeno lui e Sel sono stati della partita, altrimenti Franco Ceccuzzi non avrebbe trovato nessuno sfidante con cui confrontarsi. Nel corso delle settimane, infatti, si sono sfilati prima quelli di Siena Futura, poi i Riformisti e, infine, la componente del Pd che si riconosce nelle posizioni di Bruno Valentini. Sappiamo tutti come sono andate le cose e non ci torniamo sopra (leggi).
 
Primarie per legittimare il vincitore Quello che invece merita attenzione oggi è capire quanto queste primarie saranno veramente in grado di legittimare il candidato vincitore che uscirà dalle urne, e che con tutta probabilità sarà Franco Ceccuzzi. La campagna elettorale, infatti, è stata breve e pressoché inesistente, i contenuti non si sono né conosciuti né discussi perché per giorni si è parlato solo di regole. Raramente arrivavano echi di campagne di ascolto e di incontri, ma solo se avevano avuto una certa partecipazione. Un po’ poco.
 
Le aspettative dei partecipanti al voto Un altro elemento per legittimare il vincitore di questa sfida poco interessante potrebbe essere il dato numerico delle presenze al voto. Nel 2001 per le primarie Cenni versus Carli andarono a votare nei due banchini dell’allora Ds in 6.500 senesi, vinse Maurizio Cenni (oggi fuori dal partito). Mentre nel 1991 nel primo esperimento nazionale di primarie dell’allora Pds Piccini versus Barzanti andarono poco meno di 5.500 senesi, vinse Pierluigi Piccini (oggi fuori dal partito). Ci sarebbe anche il recente dato del voto per le primarie tra Bersani e Renzi dove hanno votato 7.400 senesi al primo turno e 6.800 al secondo turno. Mentre in appena 2.000 si sono scomodati l’ultima domenica dell’anno per scegliere i parlamentari.
 
Voteranno in 3/4000 Dunque, al di là di quanti saranno gli effettivi votanti che domenica andranno a scegliere tra Ceccuzzi e D’Onofrio, suggeriamo a chi suggerisce la comunicazione al Partito Democratico di indicare i votanti tra i 3.000 e i 4.000. Tanto nessuno andrà a controllare, tanto meno Sel. E non ci risultano osservatori internazionali per verificare la regolarità del voto. Certo che anche quel dato ipotetico di 3/4.000 votanti sembra basso agli stessi organizzatori della kermesse democratica, tanto che in fretta e furia sono state convocate in questa settimana le assemblee dei circoli del Pd per stimolare gli iscritti. Ma la delusione sembra prevalere così come la disabitudine a riunirsi (l’ultima assemblea comunale degli iscritti risale ad ottobre scorso). Ad un circolo cittadino, un tempo affollato di iscritti, erano appena in 14 e in un altro poco meno di venti. Un po’ pochi.
 
Il rinforzino degli esterni A quel punto la speranza è contare sui votanti esterni al partito, visto che gli iscritti al Pd e sostenitori di Valentini hanno pubblicamente confermato che non parteciperanno, e visto che gli iscritti al Pd e facenti riferimento all’area Monaci non potranno votare in base al regolamento fino ad oggi valido (in giornata è atteso il verdetto sul reclamo presentato dall’associazione Confronti).
 
Brandani presidente a Spoleto E allora ecco arrivare il rinforzino dei cattolici dell’Udc che a Siena fanno riferimento ad Alberto Brandani, fresco di nomina alla presidenza della Banca Popolare di Spoleto. La storia politica di Brandani è conosciuta così come i suoi recenti avvicinamenti a Ceccuzzi. E la sua elezione nella banca umbra potrebbe sdoganare l’appoggio del gruppo dei brandaniani senesi. Ceccuzzi così dimostra ancora una volta di avere forti legami con la banca Mps per il tramite del suo vicepresidente Marco Turchi. I forse 200 elettori senesi dell’Udc saranno linfa vitale per l’affluenza alle primarie e per il sostegno al Ceccuzzi.
 
Profumo taglia il protettorato e Ceccuzzi chiede retromarcia Altra forte prova del legame stretto tra banca Mps, e quindi Profumo, e il candidato Ceccuzzi, è dato da quel che accaduto a Siena nella ultime ore. Profumo prima va ad una cena conviviale con il «Movimento 53100» (sostenitore dell’ex sindaco e composto da tanti dirigenti contradaioli), poi improvvisamente arriva la notizia che la Banca taglierà il protettorato alle Contrade (255 mila euro all’anno). Inutile dire che i contradaioli sono indignati e delusi. Ma ecco che, poche ore dopo, con un comunicato stampa Franco Ceccuzzi chiede alla Banca di «rivedere la scelta». Tra qualche ora aspettiamo la smentita di Rocca Salimbeni. Un gioco delle parti che vorrebbe convincere i senesi che solo Ceccuzzi può far fare retromarcia all'uomo forte della Banca, Alessandro Profumo. Un tempo in ballo c’erano i milioni di euro dei contributi della Fondazione oggi tutto si gioca per “appena” 255mila euro. Il gioco però sa troppo di pilotato e di stantio. E in molti hanno pensato che si stanno strumentalizzando le contrade e la città a bassi scopi elettorali e politici.

Vedremo quel che accadrà domenica. Tanto, come diceva Chiambretti a Sanremo, «comunque vada sarà un successo».

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