«Chi è responsabile delle principali scelte che ci hanno portato in questo vortice deve fare un passo indietro». «Di fronte al disastro Mps e al dissesto delle casse del Comune, Ceccuzzi dovrebbe riconoscere il suo coinvolgimento diretto in ogni aspetto di queste tristi vicende». Non si usa più il fioretto nella polemica politica a Siena ma direttamente la sciabola. E queste rasoiate arrivano da due angoli diversi in direzione di Franco Ceccuzzi, sindaco dimissionario nel 2012 e candidato Pd alle prossime comunali per il centrosinistra. La prima la lancia dall’interno dello stesso Partito Democratico Bruno Valentini, sindaco di Monteriggioni, la seconda il candidato civico Eugenio Neri.

Valentini: «Noi un passo avanti» Valentini ha annunciato che il movimento ''Siena cambia'' ha deciso di costituirsi come associazione, dopo che nelle settimane scorse aveva raccolto oltre 2.000 firme di senesi ma non gli era stato consentito di partecipare alle primarie del centrosinistra. «Oggi facciamo un passo avanti perché siamo preoccupati che il centro sinistra abbia scelto un cavallo perdente – ha spiegato -. Non accetto che il Pd e il centrosinistra si condannino a perdere le elezioni. Io e il movimento siamo disponibili a pagare il prezzo più alto, rischiando di restare fuori dal Pd se il partito decidesse di morire col suo capo politico. Persone compromesse in prima persona nelle scelte degli ultimi anni, di cui tutti conoscono il coinvolgimento con i vertici e le politiche della banca, non possono essere la testa del rinnovamento».

Il Pd rischia di essere spazzato via «Dico oggi al segretario provinciale (Guicciardini, NDA) e comunale (Carli, NDA): fermiamoci finché siamo in tempo. Solo così salveremo la città dalla 'sforbiciata' della banca. Il Pd non è coinvolto direttamente ma rimediare non procedendo al rinnovamento conseguente ci spazzerebbe via. Non possiamo lasciare che ancora una volta in Italia il cambiamento arrivi dalla Magistratura».

Neri: «Ceccuzzi dica tutta la verità» Intanto non risparmia critiche all’ex sindaco e parlamentare anche Eugenio Neri, candidato per una serie di liste civiche. «Il vero segno di cambiamento – scrive – sarebbe quello di dire tutta la verità sul bilancio del Comune, sulla scelta di dimettersi, sul valzer delle nomine di Fondazione e banca Mps. Lui conosce tutti i retroscena e, data la situazione di estrema crisi delle istituzioni cittadine, ha l’obbligo morale di mettere fine a questa farsa che sta danneggiando l’immagine di Siena in tutta Italia». Neri riprende poi le recenti uscite del Governatore di Bankitalia Ignazio Visco che a Repubblica ha affermato: «Siamo stati noi ad aver fatto pressione per la sostituzione del vecchio management. Il ricambio al vertice non è certo avvenuto per caso. La situazione di Mps era sotto osservazione da molto tempo».

La discontinuità fu scelta obbligata E attacca Ceccuzzi sul tema della discontinuità: «Nessuna operazione di rinnovamento – sostiene – è partita da Siena, per volontà dell’ex sindaco. Lui sapeva dell’invito giunto da Bankitalia e lo ha usato a proprio vantaggio spacciando per “discontinuità” da lui attuata e fortemente voluta quella che era, invece, una scelta obbligata. Alla luce di quanto sta emergendo intorno alla gestione della banca Mps e della Fondazione, i contorni del “discontinuatore” si fanno sempre più foschi».

Non resta allora che aspettare le sciabolate di risposta di Franco Ceccuzzi che oggi, mentre tutti sono con il fiato sospeso per le vicende montepaschine e con Ettore Gotti Tedeschi e Gabriello Mancini ascoltati in Procura, si è occupato dell’Acquedotto del Fiora ed è a Roma a rilasciare interviste televisive. Dura la vita del candidato. Intanto domani è atteso a Siena Nichi Vendola (Università per stranieri, ore 21) per sostenere la candidatura di Gabriele Berni per il Parlamento, il partito senese di Sel è l'unico a questo punto del centrosinistra che ancora sostiene il candidato Ceccuzzi.

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