A Siena come in tutte le terre della cristianità, tra il Trecento e il Quattrocento, le basiliche Francescane e Domenicane sorsero quasi in sordina, erette come grandi chiese a capanna, sviluppate attorno ad un ampio spazio a sala dedicato ai fedeli. L’ideale originario fu quello di un’architettura basata sulla povertà, ma questi luoghi di culto finirono per segnare una svolta urbanistica che condizionò anche le architetture degli altri ordini mendicanti. Domenica 8 marzo “Turisti per casa” offre l’occasione di scoprire tracce del passato senese con una escursione mattutina (ore 11 – ritrovo in piazza Santo Spirito).

Uno scrigno custode di preziosi capolavori – Costruita nel Trecento, la chiesa fu ampiamente rimaneggiata durante il secolo seguente, per volere dei domenicani che andarono ad abitare l’imponente complesso. Il perimetro a navata unica e cappelle laterali custodisce opere di straordinario valore: Antonio Bazzi detto il Sodoma, ‘principe’ del Manierismo senese, ne dipinse la Cappella degli Spagnoli, mentre Francesco Vanni e Ventura Salimbeni lasciarono mirabile segno in quella dedicata a San Giacinto. Sarà questa anche l’occasione di apprezzare un presepe Robbiano, affreschi di Rutilio Manetti e soprattutto le vicende che dettero vita allo scrigno di bellezze conservate in Santo Spirito.

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