Come se non fosse bastato il caos generato dal naufragio dalla Costa Corcordia, ad agitare le acque dell’Isola del Giglio ci si è messo anche il Wwf che nei giorni scorsi ha attaccato l’amministrazione comunale gigliese definendo il Piano strutturale dell’isola come «sovradimensionato e ad alto impatto, incompatibile con la tutela dell’ambiente e con il turismo sostenibile e di qualita». Di oggi la risposta del primo cittadino dell’Isola del Giglio, Sergio Ortelli: «La pretestuosità e la superficialità delle esternazioni del WWF sono a dir poco del tutto fuorvianti rispetto agli effettivi contenuti del Piano Strutturale sia nel dimensionamento che nella compatibilità e sostenibilità delle trasformazioni proposte in chiave strategica».

I dati forniti dal sindaco dell’Isola del Giglio «Il primo atto promosso – prosegue Ortelli – già in fase preliminare di elaborazione fu infatti una Variante di salvaguardia rispetto alle previsioni insediative per lo più “residenziali “ di seconde case del vigente Piano Regolatore. Con tale atto furono cancellati al Porto ed al Campese 76mila metri quadri di superfici per 35mila metri cubi di volumetrie già edificabili. Sia il territorio dell'isola del Giglio che quello dell'isola di Giannutri sono stati considerati saturi dal Piano Strutturale per quanto riguarda le previsioni del Piano Regolatrore vigente, di cui vengono fatte salve solo le previsioni del Piano di insediamento produttivo. Senza considerare il fatto che il Piano Strutturale ha previsto l'ampliamento all'esterno del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano delle aree per insediamenti produttivi. Nel territorio comunale – prosegue Ortelli – è contenuta l'offerta ricettiva alberghiera con solo 11 alberghi tra Giglio Porto e Campese, con strutture e dimensioni molto contenute che di rado superano le 20 camere, altri due nel territorio aperto ed uno nel Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano. In totale si tratta di 219 camere in 14 strutture a fronte di 2194 seconde case nel 2001, esattamente il 1000% in più. E' a tali parametri che si deve rapportare correttamente il valore percentuale dell'incremento previsto con il Piano Strutturale per il settore alberghiero. Ci si dimentica o si fa finta di dimenticare i modelli proposti dell'albergo diffuso al Castello con il recupero di parte del patrimonio edilizio esistente altrimenti destinato ad incrementare la disponibilità delle seconde case. Il tutto senza consumo di suolo innescando invece processi virtuosi di valorizzazione della cultura e delle espressioni insediative del luogo. Un esempio su tutti è il progetto dell'ecomuseo».

Articolo precedenteImu, la politica toscana vuole l’esenzione per l’agricoltura. Ma il Governo non ci sente
Articolo successivo“W le donne”, cena spettacolo per celebrare l’universo femminile