Il rifinanziamento del Fondo unico dello spettacolo (Fus) per il 2011: questo l’appello lanciato dall’Associazione dei teatri italiani di tradizione.


Più qualità, meno risorse – Tra i firmatari dell’appello Roberto Reggi, sindaco di Piacenza, città dove ha sede il teatro municipale che fa parte dei 28 teatri italiani di tradizione distribuiti in 13 regioni italiane (in Toscana Fondazione Teatro Città di Livorno – Carlo Goldoni, Fondazione Teatro di Pisa, Azienda Teatro del Giglio, nella foto). “A dispetto di una comunicazione mediatica unidirezionale verso i grandi teatri d’opera  – si legge nella nota sottoscritta dal primo cittadino – e della destinazione del 50 per cento circa del Fondo unico per lo spettacolo alle fondazioni sinfoniche, la lirica in Italia e la sua immagine sono tenute ancora in vita dai teatri di tradizione, da sempre abituati a fare di più e meglio con le scarse risorse a loro disposizione, pari al solo 3.53 per cento del Fus. E’ necessario salvaguardare la rilevanza di tali teatri reintegrando le risorse almeno ai livelli del 2010 (pari a 414 milioni di euro) e procedendo a una radicale revisione strutturale del meccanismo di finanziamento delle attività di spettacolo, nella logica di una ridistribuzione delle  risorse pubbliche cogestite dallo Stato, dalle Regioni e dalle Autonomie locali”.


Favorire la concorrenza, coinvolgere il pubblico – “Anche il maestro Riccardo Muti – si legge nella nota – ha auspicato il mantenimento di questa rete produttiva che si estende in tutto il Paese, come garanzia di continuità per un  genere musicale in cui si identifica tanta parte della storia d’Italia. I teatri non svolgono una funzione solo culturale ma anche sociale, incidendo positivamente sui valori culturali, civili e sociali della comunità e sull’economia locale, grazie anche all’indotto e ai positivi riflessi sul commercio. E’ per questo necessario intervenire per salvaguardare quel legame tra cultura e territorio che costituisce un unicum italiano. La pressante richiesta che inoltriamo – conclude la nota – ha lo scopo di favorire la concorrenza tra i diversi soggetti, indipendentemente dal loro riconoscimento normativo, avendo come obiettivo la diffusione di produzioni liriche di qualità a costi contenuti, e con l’attenzione rivolta più al pubblico che a conservare interessi trasformatisi, col tempo, in veri e propri privilegi”.


Siena

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