FIRENZE – “Voci del governo hanno prospettato che i titolari e i dipendenti dei ristoranti dovranno vaccinarsi per stare nel luogo di lavoro. Non vogliamo entrare nel merito di questa decisione – afferma Raffaele Madeo, portavoce di Tni Italia – ma non possiamo sempre essere il capro espiatorio di questa pandemia.

Perché si obbligano i ristoratori e non invece i dipendenti pubblici, il corpo insegnante? Il ristorante può essere un servizio non essenziale, ma la scuola sì. Quando c’è da limitare la ristorazione tutti pronti, quando c’è da aiutarla tutti se ne dimenticano”.

“Se l’obbligo dovesse partire già da agosto – prosegue Madeo – l’80% dei ristoranti non sarebbe in condizione di lavorare perché molti dipendenti sono giovani e giovanissimi, che ancora non hanno completato il ciclo vaccinale o che ancora non si sono fatti il vaccino, e che certo non possono farsi un tampone ogni due giorni per lavorare”.

“Stiamo ancora aspettando il contributo per le imprese chiuse per decreto stabilito dall’ultimo decreto sostegni, aspettiamo ancora il contributo centri storici, la proroga del credito fiscale affitti per le imprese maggiormente colpite, una politica che consenta una riduzione dei canoni di locazione con incentivi ai locatori che aderiscono. Noi siamo sempre disponibili a fare la nostra parte e abbiamo chiuso per la tutela di tutti, ma a noi – domanda Madeo – chi si interessa? La politica ha fatto promesse e ora?”.

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