Sia riattivata la caccia di selezione per contenere gli ungulati altrimenti le aziende agricole, già vessate dalle conseguenze del coronavirus, subiranno il colpo di grazia. E’ il grido di allarme e la richiesta alla Regione Toscana da parte dell’Unione Provinciale Agricoltori di Siena a seguito dello stop all’attività venatoria in conseguenza dell’entrata della Toscana in zona rossa.

«Spada di Damocle per nostre produzioni» «L’annata agraria sta volgendo al termine – si legge nella lettera inviata all’assessore all’agroalimentare della Regione Toscana Stefania Saccardi – e non deve trarre in inganno il fatto che si siano ormai completate le raccolte dei prodotti, perché la costanza del contenimento non deve mai trovare momenti di stanca. Le lavorazioni di semina, per esempio, sono già oggetto di azione di danneggiamento. La continuità dell’attività venatoria garantisce anche il giusto riscontro nei numeri finali. Le difficoltà delle operazioni, come conosciuto, sono molteplici, e sono sempre sotto “la scure” di qualche potenziale contestazione e ricorso. Certamente – prosegue la missiva – ben comprendiamo le difficoltà di codesto Assessorato dovendo muoversi entro norme che cambiamo quotidianamente ma confidiamo, come sempre, in una concreta ed efficace risposta. Un numero ridotto di ungulati significa anche e soprattutto avere la concreta possibilità di ottenere accettabili raccolti e quindi l’occasione di mantenere in bonis le economie delle aziende agricole ed i posti di lavoro; i conosciuti numeri palesano efficacemente sotto quale spada di Damocle stiano le nostre produzioni agricole. Quanto richiesto – conclude la lettera dell’Unione Provinciale Agricoltori di Siena – crediamo sia anche un segnale di buon senso e di praticità, ci venga consentita questa sottolineatura, per l’intero comparto agricolo».

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