ROMA – Gli abusi colpiscono quasi un minore su 10. Le violenze sono di diverso tipo e con la pandemia la situazione è diventata ancora più allarmate.

Quadro che spinge a una risposta. Nelle soluzioni, lanciate dal primo incontro del think tank On Radar della Fondazione Internazionale Menarini, rientrano corsi per genitori e bambini, sportelli di ascolto nelle scuole e un osservatorio ad hoc per le Procure.

“Incubi, disturbi del sonno, atteggiamenti autolesionisti, disturbi improvvisi del comportamento alimentare, isolamento, calo del rendimento scolastico, perdita di controllo nel trattenere i bisogni, sono alcuni dei sintomi che possono mettere in allerta genitori e insegnanti”, ha sottolineato Pietro Ferrara, ordinario di pediatria all’Università Campus biomedico di Roma. Per questo un ruolo centrale, ha aggiunto Ferrara, “è il coinvolgimento dei pediatri di famiglia nell’introdurre il monitoraggio, attraverso questionari, di questi indicatori di disagio nella redazione del bilancio di salute che fanno su ogni giovane assistito”.

Centrale per la prevenzione è la crescita di consapevolezza nelle famiglie. Per contrastare la diffusione di immagini di minori sul web e il loro utilizzo a scopo pedopornografico, ha precisato Annalisa Lillini, direttore della Divisione Servizio della Polizia Postale, “sarebbe utile inserire nei corsi di preparazione al parto per le future mamme, anche informazioni sul rischio di divulgare le foto dei propri bambini sui social media, cosa purtroppo frequente”.

Spesso i bambini sono vittime di violenza in famiglia, sia assistita che vissuta in prima persona, o passano anni in case famiglia. Per garantire una corretta presa in carico delle singole situazioni, ha sottolineato Ferrara, “uno strumento utile è creazione di un Osservatorio permanente sugli abusi presso gli Organi Giudiziari, con incontri periodici di aggiornamento e la promozione di un network tra Procure e operatori del settore”.

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