Un altro terremoto si abbatte sull’Università degli Studi di Siena. Adesso, a tuonare sono le associazioni sindacali universitarie che annunciano una giornata di protesta fissata per mercoledì 13 ottobre a partire dalle ore 9.00, in concomitanza con la riunione del collegio dei revisori dei conti dell’ateneo senese, il quale sarà chiamato a decidere sull’applicazione o meno delle progressioni economiche orizzontali.


Il presidio – Al centro della manifestazione ci sarà la rivendicazione sull’applicazione del contratto per le PEO, progressioni economiche orizzontali, per tutti i dipendenti che lavorano all’interno dell’azienda ospedaliera senese. Stiamo parlando quindi di tutti quei lavoratori che dal 2011, per effetto della Legge Brunetta, si vedranno detrarre dallo stipendio una cifra che si aggira tra i 360 e 960 euro di contributi, per un ammontare totale di circa 400 mila euro. All’iniziativa parteciperà tutto il personale universitario.


Bilancio in rosso – Marco Iacoponi, membro del FLC CGIL di Siena, e Luciano Pratali, RSU di Siena, hanno presentato la manifestazione di mercoledì con una conferenza stampa che si è tenuta questa mattina (lunedì 11 ottobre) al Rettorato dell’Università di Siena. Nelle parole di entrambi si è potuta leggere la rabbia e lo sdegno per una situazione che sembra a dir poco catastrofica: manca ancora il decreto ministeriale per la conferma del nuovo rettore Riccaboni, senza pensare alle casse dell’ateneo sempre costrette a fare i conti con il profondo deficit nel bilancio. Manca un progetto serio, denunciano le associazioni sindacali, e lo stato di agitazione nasce dalla necessità di normalizzare la posizione di tutti i dipendenti dell’ateneo.

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