SIENA – Soffiano i venti di guerra su Rocca Salimbeni. La sede centrale di Banca Mps non è a rischio, ma lo sono i numeri.

A partire dal piano industriale, che è in attesa di essere validato dalle autorità competenti. Ciò che sta accadendo in Ucraina potrebbe influire ulteriormente e “possibili ricadute potrebbero comportare tensioni sul costo del credito”. Inoltre, “l’utile netto potrà subire nuovamente un calo nel 2022, dopo la crescita del 2021”. Rischio sottolineato dai sindaci revisori nella relazione all’assemblea: “L’implementazione del piano con il connesso aumento di capitale pari a 2,5 miliardi, potrebbe essere soggetta a successivi aggiornamenti alla luce dell’evoluzione del mutato scenario economico, anche in conseguenza del conflitto militare tra Russia e Ucraina, e comunque, poter subire modifiche, anche rilevanti”.

Variazioni, per altro, già messe in conto da Montepaschi quando il piano fu presentato. Nonostante le segnalazioni dei sindaci revisori, connesse all “valutazione di Dg Comp, che pone incertezze rilevanti sulla possibilità di realizzare un aumento di capitale a condizioni di mercato”, il Cda ha però ritenuto ragionevole approvare il bilancio con il presupposto della continuità aziendale, forte del sostegno del Mef e alla luce “dei significativi miglioramenti registrati dalla banca nel 2021, nonché delle interlocuzioni finora tenute con le Autorità”.

Al Consiglio sarebbe stata segnalata anche “la necessità di mitigare il rischio esecuzione del piano strategico, definendo in tempi brevi un piano operativo che identifichi in modo univoco le attività, le funzioni responsabili ed i tempi per arrivare al pieno raggiungimento dei suoi obiettivi”. Su questo aspetto, come ha evidenziato il collegio sindacale, è intervenuta anche la Bce che, con una lettera dello scorso 14 gennaio, ha reso note “le sue aspettative sul piano industriale, richiedendo in particolare un piano dettagliato ed un monitoraggio su base trimestrale”.

Tra gli impegni presi da Mps con l’Europa, anche la dismissione degli immobili per mezzo miliardo di euro. Fino a questo momento Rocca Salimbeni ha ceduto proprietà per 327,7 milioni e sottoscritto compromessi per altri 74,8 milioni. A fine del 2021 per raggiungere gli obiettivi prefissati da Bruxelles, ha messo in vendita altre 29 proprietà.

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