Visita a sorpresa di Maria Grazia Cucinotta per due richiedenti asilo che fanno parte del team di sarti professionisti che stanno realizzando i costumi della terza stagione della famosa serie “I Medici”. La visita è avvenuta nei giorni scorsi, in concomitanza con la presenza dell’attrice  a “Manifatture Digitali Cinema” di Fondazione Sistema Toscana.

Grande abilità con ago e filo Gli ospiti del centro di accoglienza di Fiesole, gestito da Il  Cenacolo, cooperativa del consorzio C0&So, sono stati selezionati attraverso un bando pubblico da una giuria composta da professionisti del costume del calibro di Alessandro Lai (già vincitore del Nastro d’Argento) e Piero Risani. Su 120 sarti, ne sono stati scelti 36, tra cui i due ragazzi provenienti dalla Nigeria e dal Burkina Faso: Peco Osatohamwen Edwin e Guebre Hamidou. I due ragazzi hanno mostrato sin dal loro arrivo in Italia grande abilità con ago e filo in più di un’occasione, soprattutto nei mercatini locali, e quasi per caso hanno realizzato il loro sogno. Tutto nasce da un’inserzione letta da una volontaria del centro, da qui la scelta di provare a iscrivere i due ragazzi e poi la gioia nello scoprire che tutti e due sono stati selezionati per la bravura mostrata.

Sarti dal mondo Il lavoro per la serie tv si svolge nella bottega di alta specializzazione Costumi Rinascimento,  nel cuore del centro storico di Prato, in un antico convento. I sarti hanno progettato e creato 60 abiti nobili, 90 cappelli, 12 scarpe e stivali, 60 cinture, 60 borsette e 100 gioielli. Il progetto è nato dalla collaborazione tra “Manifatture Digitali Cinema” di  Fondazione Sistema Toscana, Regione Toscana, Sensi Contemporanei, Comune di Prato e la società di produzione Lux Vide. Tutti i sarti sono professionisti, sono italiani e stranieri, come i due richiedenti asilo e altri provenienti dal Brasile, dalla Polonia, dalla Russia e dal Perù. «Il lavoro dei due ragazzi procede benissimo e sono molto soddisfatti per questo loro importante traguardo umano e professionale  – dichiara Davide Delle Cave, gestore del centro di accoglienza di Fiesole – La cooperativa Il Cenacolo li ha incoraggiati e sostenuti in questo percorso, credendo nelle loro capacità. E i risultati si vedono».

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