VOLTERRA – A Volterra (Pisa) sboccia l’esposizione temporanea “I Tesori dell’Alabastro” dell’artista Nico Lopez Bruchi, dedicata alla pietra di luce della città, l’alabastro, e allestita al centro studi espositivo Santa Maria Maddalena dal 10 aprile al primo novembre.

L’esposizione sarà costruita come un percorso nella storia, ma con un’apertura totale verso il futuro. Il sottotitolo “Never say die” (Mai dire morte) è lo slogan di Goonies, un film epico dove si svolgono le avventure di un gruppo di giovani amici alla ricerca di un tesoro dei Pirati e che lottano contro il destino delle loro famiglie. Quella che si genera è un’avventura nel mondo dell’alabastro: i fruitori della mostra riceveranno una mappa del tesoro con due percorsi, uno interno e uno esterno, venendo così guidati verso la scoperta del passato, presente e futuro dei ‘tesori dell’alabastro’.

Un viaggio con tanti sentieri alternativi, nell’evoluzione secolare di questa tradizione artistica e culturale che è sempre rimasta un punto fermo per la città di Volterra. La mostra di Nico Löpez Bruchi curata con Nicolas Ballario è promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Volterra e dalla Parrocchia della Cattedrale di Volterra con l’organizzazione di Opera Laboratori. L’esposizione temporanea rientra all’interno del progetto Anima di Volterra che, inaugurato nel 2021, si presenta al visitatore come un percorso di valorizzazione del cuore della città, la Piazza San Giovanni dove si affacciano i tre luoghi simbolo della spiritualità volterrana: la Cattedrale, il Battistero e l’antico ospedale Santa Maria Maddalena.

“Lavorando a questo progetto – dice Nico Löpez Bruchi – sono tornato un bambino, quel bambino che esplorava le botteghe dell’alabastro dalle finestre, dalle porte senza mai entrare; non entravo perché, in qualche maniera, percepivo l’intimità che l’alabastraio aveva con la propria officina e ricordo che sentivo difficile irrompere per curiosare. Quei rumori, quei macchinari, tutta quella polvere, facevano parte di luoghi dove un bambino non avrebbe dovuto recare disturbo. Ricordo – continua Bruchi – che era usanza chiedere gli scarti di pietra agli alabastrai per scrivere in terra, sulla strada, creare porte per giocare a pallone, disegnare le caselle del gioco della campana. Sono passati molti anni da quei momenti scalfiti nella memoria, ma mai ho smesso di sentire questa pietra come significativa compagna di vita. Ho deciso di raccontare questa mia avventura, condivisa da buona parte dei cittadini volterrani, ampliata all’evoluzione del mondo della lavorazione dell’alabastro contemporaneo, sotto forma di avventura, di caccia al tesoro, un po’ con gli occhi e l’entusiasmo di un bambino, un po’ con lo sguardo e la sensibilità di un uomo, ormai adulto, che ha sempre approfondito il legame con questa arte della sua città”. A partire dal 10 aprile, l’esposizione sarà aperta tutti i giorni dalle 10 alle 18.

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