matrimonio3Matrimonio consensuale o combinato? Il dibattito sulla fusione dei Comuni imperversa, sui giornali più che nelle sedi politiche. Il tema che era stato ibernato dopo i mal di pancia sulle fusioni tra Province, è stato scongelato dal segretario regionale Pd Dario Parrini ed oggi, nelle colonne del Corriere Fiorentino, è stato messo a fuoco dal Governatore Enrico Rossi: «Non si può pensare che la Regione, per programmare i servizi attuali e futuri, parli con 279 Comuni: non basterebbe un anno. Se fossero cinquanta potremmo interloquire con tutti».

Il fusionismo La nuova ventata riformista, o fusionista, ha investito Siena riaccendendo un dibattito che, periodicamente, dallo Smas alla Grande Siena, trova pagine di giornali tra campanilismi e riflessioni su costi e benefici ma, mai, ha trovato un dibattito e un confronto aperto in casa democratica. Forse i sindaci Pd coinvolti (Siena, Monteriggioni, Castelnuovo Berardenga, Sovicille, Monteroni d’Arbia e Asciano) troveranno occasione di approfondimento sabato 24 ottobre quando, visto l’accordo ormai raggiunto sulla ‘segreteria di garanzia’ a Silvana Micheli, coglieranno la palla al balzo per animare un nuovo scontro.

Questione di metodo A dire il vero l’unico promotore di fusione in Terra di Siena sembra essere ad oggi il sindaco della città del Palio Bruno Valentini che, per primo, ha lanciato la proposta della Grande Siena. I suoi colleghi non sembrano entusiasti all’idea e manifestano più di qualche perplessità. Il sindaco di Monteriggioni ha invitato alla calma e tirato le orecchie ha chi l’ha preceduta per le questioni di metodo ancor prima che di merito. «E’ una realtà moto diversa dalla nostra e con un numero di abitanti decisamente superiori – ha evidenziato Raffaella Senesi –. Quindi prima di lanciare simili proposte sulla stampa, sarebbe meglio consultare gli altri amministratori». Sulla stessa lunghezza d’onda anche il sindaco di Monteroni d’Arbia Gabriele Berni: «Sono spiazzato per il metodo, poiché non credo che un simile progetto si possa annunciare sulla stampa senza un’adeguata consultazione tra le parti». «Non si pensi che i cinque comuni dell’hinterland – ha aggiunto poi Berni – facciano la stampella al bilancio comunale di Siena, che notoriamente è in sofferenza».

Confronto mancato Ad alzare le barriere al progetto Grande Siena sono stati poi i primi cittadini di Sovicille e Asciano. «L’ipotesi così come è stata prospettata non mi convince – ha sottolineato Giuseppe Gugliotti -, è evidente il pericolo di marginalizzazione di un territorio come il nostro che rischierebbe di essere ancora più periferico di oggi». «Prima di fare un passo come quello prospettato da Valentini – ha aggiunto Paolo Bonari – è ovvio che bisognerebbe parlare di bilanci e di quali risorse sarebbero a disposizione di territori come il nostro».

Il fatidico sì Quello che manca al progetto della Grande Siena sembra essere una base solida fatta di confronto che, eppure, potrebbe e dovrebbe essere fatta in maniera agevole tutto in casa Pd. Evidentemente così non è stato. Le nozze, consensuali o combinate, sono rimandate. Il fatidico «Sì» arriverà probabilmente dall’alto. Con una sottovalutata probabile conseguenza: il cittadino percepirà ancor più lontano ciò che vorrebbe sentirsi vicino, politica e enti pubblici.

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