emoderivatiUn cuore e una goccia di sangue/plasma sovrapposti, racchiusi in un cerchio: questo il logo che d’ora in poi comparirà sui farmaci emoderivati prodotti con plasma che proviene da donazioni volontarie e gratuite. La Toscana è la prima regione che applica questa etichetta ‘etica’, prescritta da un decreto ministeriale. A presentarla oggi l’assessore regionale alla salute Stefania Saccardi, la direttrice del Centro regionale sangue Simona Carli, alla presenza dei rappresentanti di Avis, Fratres e Anpas.

Sul mercato valore di oltre 22 mln di euro Dai 69.000 litri di plasma toscano avviati al frazionamento, è stato spiegato, si producono 4,7 milioni di UI Fattore VIII, 2,1 tonnellate di Albumina, 278 kg di Immunoglobuline IV, 8,84 milioni di UI di Antitrombina III, 0,6 milioni di UI di Fattore IX, 2,3 milioni di UI di Complesso Protrombinico. Questi prodotti rappresentano, a prezzi di mercato commerciale, un valore di oltre 22 milioni di euro. La regione, per produrli a partire dal plasma donato, spende circa 10 milioni di euro: ma se dovesse acquistarli sul mercato, sostiene, dovrebbe spendere il 50% in più.

Riconoscimento ai donatori «Questa etichetta etica – afferma Saccardi – è un importante riconoscimento che noi vogliamo dare ai donatori. La Toscana è la prima Regione che ha dato seguito al decreto legge del ministero e ha chiesto di apporre l’etichetta sui farmaci prodotti da plasma italiano. I prodotti che saranno distribuiti sono i primi in Italia ad avere questo logo così significativo, che ben sintetizza la cultura del dono con la finalità dell’autosufficienza di sangue e plasma». «Mi piace ricordare – ha aggiunto Carli – che stiamo costruendo un sistema sempre di più a misura di donatore, che stiamo completando le Officine trasfusionali, che la nuova organizzazione per Aree vaste consentirà un ulteriore salto qualitativo del sistema trasfusionale nella direzione della standardizzazione e della omogeneità delle procedure e dei processi». Dal canto loro, le associazioni della donazione del sangue esprimono «grande soddisfazione» per l’etichetta «perché dà visibilità al gesto del dono dei donatori italiani e rappresenta il giusto riconoscimento da parte delle istituzioni per il contributo dato da tanti volontari».

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