FIRENZE – Nei giorni scorsi, in Toscana, si è registrato il secondo caso di suicidio assistito a seguito della nuova legge regionale sul fine vita, entrata in vigore nel 2025.
La vicenda ha coinvolto una giovane persona affetta da una patologia molto aggressiva che ha deciso di ricorrere alla morte volontaria medicalmente assistita nel proprio domicilio, nella zona di competenza della Asl Toscana nord ovest, che comprende le province di Livorno, Lucca, Massa-Carrara e Pisa.
L’azienda sanitaria ha spiegato che il paziente ha potuto affrontare la scelta con piena consapevolezza e serenità, circondato dall’affetto della famiglia e con il costante supporto degli operatori sanitari. “Il percorso si è svolto ponendo al centro la dimensione relazionale, andando oltre la semplice applicazione normativa – si legge in una nota della Asl –. Grazie alla collaborazione fra Asl, Commissione multidisciplinare e Comitato per l’etica nella clinica, sono stati garantiti tempi certi e brevi”.
La procedura adottata ha seguito la delibera aggiornata della Asl Toscana nord ovest, in conformità con la legge regionale che per prima in Italia ha regolamentato il tema del fine vita. La normativa assegna infatti al Servizio Sanitario Regionale la responsabilità di fornire gratuitamente i farmaci e i dispositivi necessari a chi ne ha diritto. La Commissione multidisciplinare, supportata dal parere favorevole del Comitato per l’etica, ha verificato tutti i requisiti per la richiesta di assistenza al morire.
Questo secondo caso segue quello di Daniele Pieroni, 64 anni di Chiusi (Siena), il primo ad usufruire della nuova legge regionale. Pieroni, malato di Parkinson dal 2008 e costretto a vivere con una gastrostomia percutanea endoscopica (PEG) attiva 21 ore al giorno a causa di una grave disfagia, aveva scelto anch’egli di ricorrere alla morte medicalmente assistita.