Ritratti, quadri, lettere e documenti della collezione privata del casato Sforza Cesarini saranno il nucleo centrale del progetto in corso per far diventare museo di Palazzo Sforza Cesarini a Santa Fiora (Grosseto): è quanto prevede l’accordo di programma che il sindaco Federico Balocchi ha firmato con Francesco Sforza Cesarini, discendente del casato Sforza del ramo di Santa Fiora. Il testo dell’intesa prevede la cessione della collezione privata in comodato d’uso per 15 anni.

Sforza Cesarini: «Storia di pezzo di Italia che merita di essere raccontato e condiviso» «E’ un progetto che consente di valorizzare opere che meritavano di essere esposte piuttosto che tenute nascoste – ha detto Sforza Cesarini – . Sono circa 90 ritratti, più alcuni documenti di archivio molto antichi che parlano di una continuità nel governo del territorio che rappresenta la storia di un pezzo di Italia che merita di essere raccontato e condiviso con chi vi abita e chi lo visita».

La collezione Della collezione fanno parte ritratti, porcellane, vasellame e molti documenti, tra cui, il diploma di Federico Barbarossa del 1159, l’atto di cessione della Sovranità nel 1633 al Granducato di Toscana, e poi una corrispondenza più recente con i principali sovrani d’Europa, soprattutto con i re di Francia, da Luigi XIII, a Luigi XIV e Luigi XVI, e con Maria Antonietta.

Il governatore Giani: «Grande elemento di richiamo turistico» Per il presidente della Regione Eugenio Giani «è un fatto significativo, che un territorio come quello di Santa Fiora abbia oggi un museo con quasi 100 opere del patrimonio Sforza Cesarini che ne illustrano il percorso e la storia gloriosa. Questo museo sarà un grande elemento di richiamo per Santa Fiora e per i turisti che, sull’Amiata, potranno adesso godersi non solo la bellezza della natura e gli elementi legati alla tradizione, ma anche la ricchezza della storia in un museo di grandissimo significato e interesse».

 

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