PIETRO-GRASSO«Lo Stato Islamico è un soggetto geopolitico che, a differenza di altre organizzazioni terroristiche, ha fatto della dimensione territoriale la propria principale caratteristica, occupando territori fra l’Iraq e la Siria ed effettuando una feroce pulizia etnico-religiosa per costituire uno pseudo stato illegittimo di natura confessionale. La differenza strategica con altre esperienze del terrorismo jihadista è che lo Stato Islamico adotta una più visione moderna e concreta, e dunque più pericolosa, focalizzata sulla stabilità territoriale e sul tentativo di divenire la forza di attrazione dei fondamentalisti di tutto il mondo, compresi quelli occidentali. In questo senso la narrativa propagandistica dello Stato Islamico, l’uso sapiente dei mezzi di comunicazione e dei social media assumono una funzione motivazionale soprattutto delle giovani generazioni. I giovani del Medio Oriente e dell’Occidente disoccupati, marginalizzati, delusi dalla società sono fatalmente attratti da questi messaggi che si richiamano a gesta eroiche e a distorti valori di giustizia». Si è aperto con il discorso introduttivo del presidente del Senato Pietro Grasso l’assemblea parlamentare della Nato a Palazzo Vecchio a Firenze che richiamerà nel capoluogo di regione toscano molte autorità politico istituzionali europee fra cui nelle prossime ore anche il ministro dell’Interno Angelino Alfano ed il ministro della Difesa Roberta Pinotti.

 

Le parole del presidente del Senato «Un’altra dimensione di questo soggetto terroristico è quella criminale – ha aggiunto Pietro Grasso – Lo Stato Islamico ha bisogno di attività criminali per sopravvivere: traffici di idrocarburi, di droga, di esseri umani, di armi, di beni culturali. D’altronde le interconnessioni fra terrorismo, criminalità organizzata e traffici sono note da tempo e le indagini, in Italia, hanno svelato particolari diverse forme di rapporto fra le mafie e segmenti del terrorismo. Emerge nella nostra esperienza che i gruppi terroristici ricorrono a delitti a fini di profitto per finanziare la propria esistenza e le proprie azioni; che spesso convergono le rotte e le modalità di spostamento di beni e persone, nel caso di traffici e in quello di azioni terroristiche ed eversive; che le mafie hanno sperimentato modalità di attacco allo Stato tipiche del terrorismo, usando mezzi e strumenti che determinano la morte indiscriminata di vittime estranee ed inermi. In una di queste indagini è emerso che a Milano, già quindici anni fa, si svolgevano attività delittuose che servivano a finanziare i campi di addestramento in Iraq di Abu Musab al Zarqawi in Iraq: colui che nel 1998 fondò un gruppo militante jihadista in Iraq, trasformatosi nel 2004 in Al Qaeda in Iraq, e che poi istituì una formazione siriana, Jahbat al Nusra, che darà poi vita all’ISIS. Questo implica che per sconfiggere lo Stato Islamico e il terrorismo non basterà l’intervento militare ma serviranno almeno tre linee di azione. In primo luogo, programmare il futuro istituzionale e politico della regione, in modo da assicurare che le diverse componenti etniche e religiose dell’area geografica occupata dallo Stato Islamico abbiano un proprio spazio. – ha evidenziato ancora Pietro Grasso – A questo fine sarà necessario rafforzare il governo in Iraq e mettere fine alla guerra civile in Siria, attraverso un profondo impegno diplomatico. In secondo luogo, rigettare la logica dello scontro di civiltà, che i terroristi, e purtroppo anche alcuni poco accorti politici occidentali, usano per spiegare quella che è una guerra di interesse fra rivali regionali, e che è linfa per la retorica dello Stato Islamico. In terzo luogo, mettere in campo contro gli affari illeciti dei terroristi l’armamentario giuridico e operativo sviluppato per colpire la criminalità organizzata transnazionale. In questo senso sarà necessario rafforzare la cooperazione giudiziaria, investigativa ed informativa».

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