LUCCA – Il Giudice di pace di Lucca ha condannato Poste Italiane a risarcire integralmente un cliente di Capannori vittima di una truffa informatica.
Il caso riguarda un prelievo fraudolento di cinquemila euro effettuato da uno sportello bancomat a Napoli, città in cui il cliente non si era mai recato né aveva alcun legame.
La truffa si è consumata senza alcuna notifica o allerta da parte di Poste Italiane, che non ha inviato messaggi di sicurezza o avvisi automatici. L’uomo è venuto a conoscenza del furto solo durante una conversazione con un’impiegata dell’ufficio postale, quando ormai il denaro era già sparito. Poste Italiane ha ipotizzato un errore nell’invio della carta bancomat e ha offerto un rimborso parziale, sostenendo che il cliente avesse in qualche modo contribuito alla truffa, forse condividendo il PIN.
Convinto della propria innocenza, il correntista si è rivolto all’avvocata Elisabetta Triggiani e ha citato in giudizio Poste Italiane per ottenere la restituzione dell’intero importo. Il giudice Gianni Casodi ha accolto la richiesta, condannando l’azienda non solo al rimborso completo ma anche al pagamento delle spese legali.
La sentenza, depositata il 23 maggio, si basa sul principio che la registrazione di un’operazione nei sistemi dell’istituto non è sufficiente a dimostrare che essa sia stata autorizzata dal cliente, soprattutto se quest’ultimo nega di averla effettuata.
Il giudice ha inoltre sottolineato che i rischi legati all’invio delle carte e dei codici di sicurezza sono a carico dell’ente che li gestisce. Poste Italiane, in quanto prestatore di servizi di pagamento, aveva l’obbligo di garantire la sicurezza del sistema e proteggere i dati dei clienti, adottando strumenti di prevenzione per segnalare tempestivamente movimenti sospetti. La mancata adozione di tali misure ha comportato una responsabilità diretta da parte dell’azienda.
Questa sentenza si inserisce in un contesto giuridico più ampio, dove la Corte di Cassazione ha già chiarito che gli istituti finanziari devono adottare misure idonee a prevenire frodi informatiche, come l’invio di sms di alert per ogni operazione, e che la responsabilità può essere esclusa solo in presenza di colpa grave dell’utente.
La banca o l’istituto di pagamento devono dimostrare di aver fatto tutto il possibile per garantire la sicurezza del servizio, altrimenti rispondono del danno subito dal cliente.