Attraverso gli occhi di Bertolt Brecht, una nuova pagina di teatro per uno sguardo sugli Dei del nostro mondo e sulla loro incapacità di gestire uno sviluppo che sfugge e sembra non portare da nessuna parte. In prima nazionale debutta lo spettacolo Goodness Airport. Sabato 5 ottobre alle 21,00 al Teatro Comunale Niccolini a San Casciano Val Di Pesa (Firenze), all’interno del Festival Internazionale Teatro Azione “Amore e Rivolta”. Per la regia di Patrick Duquesne, con Marco Borgheresi, Aurélie Henceval, Ahmad Malas, Mohamad Malas, Samuel Osman e Fernando Zamora. Costumi e scenografia Michaël De Clercq. Creazione luci Marco Messeri.

Lo spettacolo Spinto da un’irresistibile voglia di capire la propria epoca, Olam, che sicuramente non è un dio come gli altri, è giunto sulla terra alla ricerca di Anime Buone. Così facendo, disubbidisce palesemente ai suoi Padri, la cui interdizione di ogni contatto col mondo profano deriva da un viaggio simile, finito male, nel secolo precedente. Violando il divieto celeste Olam, in incognito, mette piede in un aeroporto. Accolto da Samuel e Wang, due giovani figli del proprio tempo, prova a scovare la bontà per premiarla. È convinto che i regali offerti a Sara, una giovane prostituta, e a Farhan, un migrante siriano, non potranno che migliorare la loro sorte. Verrà però deluso. Premiare la bontà non produce sempre gli effetti desiderati. ‘Siate buoni!’ si trasforma in un’ingiunzione impossibile quando uno deve seguire le regole del commercio, o decidere quale parte del mondo propone migliori condizioni di vita. A questo punto Olam dovrà farsi qualche buona domanda: come mai la bontà si ferma sulla soglia del capitalismo? In un’Europa sconvolta dalla mondializzazione del commercio e dalle migrazioni di massa, tenterà di capire perché la democrazia picchia manifestanti e affoga migranti ai confini. Di fronte a domande difficili, sempre più spesso causa di scontri, incomprensioni e rabbia, come reagire oggi? Possibile conciliare business e bontà? Come si fa a non essere cattivi quando non si riesce a sfamarsi? E di fronte alle immense migrazioni della nostra epoca, bisogna veramente chiudere la porta? Senza pretese, armato delle sole osservazioni trovate nei quaderni di Brecht, Olam cercherà, non senza rischi, di proporre alcune risposte. Andare alla ricerca de L’anima buona del Sezuan è un atto estremamente contemporaneo. Perché oggi, agli albori del XXI secolo, a più di 80 anni dalla creazione di una delle opere teatrali più famose e gioiose di Brecht, avremmo finalmente risolto l’immenso dilemma di Shen Te, l’eroina di Brecht? Avremo finalmente finito con questo mondo dove moltitudini di Shen Te vedono il loro ardente desiderio di aiutare il prossimo scontrarsi con l’esigenza di guadagnarsi la vita? Per quanto impegnativa, la ricerca de L’anima buona del Sezuan è estremamente gioiosa. In questa versione rivisitata, abbiamo immaginato le peregrinazioni di un Dio intrattabile e testardo, partito per ritrovare un’ Europa oggi in crisi.

 

 

Articolo precedenteSfregio alla Torre. Turisti americani incidono il loro nome, sindaco Conti: «Comportamento stupido e lesivo della storia della città»
Articolo successivoLetture a bassa voce. La biblioteca celebra i venti anni di Nati per leggere