ROMA – La pandemia ha cambiato il modo di viaggiare. Il taxi si usa di più rispetto agli anni passati, in quanto considerato sicuro anche durante l’emergenza sanitaria da quasi l’83% degli utenti, ma molto meno per lavoro (e in questo probabilmente ha avuto il suo impatto lo smart working).

E’ quanto emerge da un’indagine commissionata da Uritaxi, uno dei sindacati più rappresentativi della categoria, e realizzata da Lab2021 su un campione di 4.821 persone, intervistate nelle principali città  del territorio nazionale, dal 19 al 25 gennaio 2022.

Il taxi, rispetto al periodo pre-pandemia, è utilizzato di più (non in termini assoluti ovviamente, ma in termini assoluti rispetto ad ogni altro mezzo pubblico o condiviso): si è passati dal 28 al 30,3% di chi ha dichiarato di aver usato le auto bianche per spostarsi almeno una volta negli ultimi sei mesi. Il 47,2% degli intervistati è salito a bordo durante la giornata, dalle 6 alle 22, mentre poco più del 10% ha effettuato la corsa in orario notturno, dalle 22 alle 6. Il Covid ha modificato i motivi che spingono le persone ad usufruire del taxi. Il lavoro era infatti la prima voce nella precedente indagine, risalente al 2017, ma è ora sceso al secondo posto (26,7%), con le motivazioni di salute (visite mediche o simili), che sono cresciute tantissimo e si sono piazzate in cima alla classifica (48,3% degli intervistati) dei motivi che hanno spinto i cittadini ad usare il taxi. Al terzo posto il dover andare e/o tornare alla stazione (24,8%), seguiti dalle voci emergenze (22,6%), andare e/o tornare all’aeroporto (14,7%), shopping (9,8%), ztl (8,3%) raggiungere altri servizi (7,2%), occasioni importanti (5,6%), vacanza (2,2%), sciopero dei mezzi pubblici (2,1%),  auto rotta (1,8%).

 

Il taxi è considerato un mezzo sicuro, anche durante la pandemia. Lo ritiene tale l’82,7% degli intervistati e il 72,4% afferma che ha trovato tassisti preparati sulle norme anti Covid.  Altissimo (94,6%) il riconoscimento delle iniziative sociali messe in atto dai tassisti durante l’emergenza, quali ‘taxi scuola in totale sicurezza’, ‘ti accompagno io’, ‘taxi gratis’  per i medici e più giovani e così via. Più in generale l’80,5% degli utenti è soddisfatto del servizio taxi, molto o abbastanza, e ritiene l’elemento più importante la sicurezza della corsa (95,3%), seguito dal costo (93,3%), dalla rapidità di spostamento (91,4%), dal tempo di attesa (89,5%) e dalla disponibilità e cortesia del tassista (89%).

“Si tratta di dati che ancora una volta confermano il grandissimo lavoro fatto dai tassisti italiani, tanto più in questa fase di crisi del lavoro, che purtroppo permane fortemente. Questa indagine dimostra che il taxi italiano, ispirato dai nostri precetti costituzionali che tutelano artigianato e cooperazione, è un modello di efficienza, avanzamento tecnologico, distribuzione della ricchezza, partecipazione dei lavoratori ad un servizio essenziale che deve essere difeso e valorizzato dalle istituzioni, invece che smantellato a favore di multinazionali e abusivi”, è il commento del presidente nazionale Uritaxi, Claudio Giudici.

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