CASTELNUOVO IN AVANE – E’ stata una giornata storica per Castelnuovo in Avane, il borgo dell’aretino completamente disabitato, nel comune di Cavriglia, che potrà adesso rinascere con i 20 milioni di euro messi a disposizione dal Ministero per la cultura, in dote con il Pnrr.

Una decisione quella del Ministero che, tuttavia, non ha trovato pareri concordi nell’assegnare le risorse ad un solo paese con l’Uncem su tutti che ha parlato di vera e propria ‘lotteria’ più che di una bando.

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Il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani con un sopralluogo nella giornata di ieri ha segnato il primo passo simbolico del percorso che riporterà vita, abitanti, funzioni nell’antico paese. Giani ha parlato nel corso di un incontro che si è svolto nell’Auditorium del museo Mine (museo delle miniere e del territorio) davanti a un centinaio di cittadini e agli ultimi quattro sindaci di Cavriglia, naturalmente quello attuale Leonardo Degl’Innocenti.

L’Italia dei paesi: tanti soldi e spesi male

“Quello di Castelnuovo in Avane è un progetto tanto concreto quanto bello – ha detto Giani – e dagli alti contenuti valoriali perché rinasce un borgo che è stato drammatico teatro di un eccidio nazifascista nel 1944 in cui morirono 74 persone fucilate in piazza dagli SS, e rinasce un borgo che ha subito in seguito un esilio forzato dei suoi abitanti, costretti a lasciarlo per far posto alle miniere. La sua nuova vita porta con sé un significato bellissimo e profondo che conferma la bontà della scelta caduta su Castelnuovo in Avane, la scelta migliore. Cosa che mi ha fatto molto piacere abbiano riconosciuto anche gli altri sindaci in corsa. Faccio i miei complimenti al sindaco e a tutta l’amministrazione di Cavriglia per aver presentato un progetto così valido che, non dimentichiamo, tra i suoi elementi positivi, conta anche il fatto di essere un borgo interamente pubblico, caratteristica determinante per il buon andamento e la velocità dell’operazione”.

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“Il 4 luglo 1944 – ha detto il sindaco Leonardo Degl’Innocenti – qua si è perpetrato un eccidio nazifascista ma a seguire negli anni 70 e 80 gli abitanti hanno dovuto lasciare le case e i luoghi in cui sono cresciuti, perché la miniera aveva le proprie esigenze. L’Italia aveva bisogno di questo carbone povero per alimentare le acciaierie di San Giovanni. Non è stato un abbandono tradizionale, volontario. E’ stato subito dai nostri cittadini e dalla comunità ed è per questo che oggi per tutti noi, per tutti gli abitanti di Cavriglia, è un giorno storico. Andremo a realizzare tante iniziative: ci saranno quelle turistiche con un albergo diffuso, una casa per la residenza degli artisti, attività di carattere commerciale e artigianale ma soprattutto è intenzione destinare parte di queste abitazioni a social housing e quindi favorire l’insediamento di giovani coppie perché vogliamo che questo borgo rinasca davvero, non sia un museo o un presepe ma porti posti di lavoro e tanta nuova vita”.

Il prossimo passo adesso sarà quello di perfezionare il testo di un protocollo d’intesa tra Regione e Comune di Cavriglia che dovrà essere pronto per il 15 marzo. A quel punto il Ministero potrà assegnare il titolo di “borgo da ristrutturare” e sarà possibile far partire il meccanismo delle gare d’appalto. Obiettivo, finire tutto entro il 2026.

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