Dario Franceschini

ROMA – Un epilogo che non ha accontentato quasi nessuno. La scelta del Governo di premiare con i fondi del Pnrr solo 21 progetti, quindi uno per Regione, per quanto riguarda i piccoli Comuni, ha provocato numerose proteste.

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Il bando, riservato a un “borgo disabitato o caratterizzato da un avanzato processo di declino e abbandono”, ha come data di scadenza il 15 marzo. Entro quel termine Regioni e Province autonome dovranno indicare un luogo, al quale saranno destinati 20 milioni. Una cifra enorme, che però risolve solo un problema sul territorio. Le Regioni che si erano portate avanti, come il Piemonte, hanno rivisto le proprie valutazioni dopo la protesta degli enti locali. Sul fronte avverso al bando si sono posizionati anche Legambiente, Touring club e Unione delle pro loco.

L’Unione delle comunità montane ha invece avviato una raccolta firme per chiedere al ministro della Cultura, Dario Franceschini, di ripensare il meccanismo e di fissare “procedure pubbliche, chiare, evidenti a tutti per scegliere gruppi di Comuni insieme che lavorino nel comporre un progetto su più borghi”.

Per Uncem e il suo presidente Marco Bussone il Piano dei borghi previsto dal Pnrr “è un piano-lotteria da azzerare”. E anche la parola ‘borghi’ “per Uncem non esiste più”, perché rimanda a “cose che in astratto non sono l’Italia vera”.

I sindaci, ha spiegato ancora Bussone “sono assediati da proposte di supporto. E sono tutti contro tutti”. Questo da vita a una “situazione dannosa e pericolosa”, perché pone i territori “in balia di acquirenti facili e speculatori”.  L’Uncem è molto critica nei confronti del ministero della Cultura, perché “non sembra capire e bloccare” questo stato di cose. E ha lanciato un appello al Governo: “Chigi e i ministeri ascoltino il grido disperato dei sindaci dei comuni”.

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