carabinieri manetteStroncato traffico di droga tra Roma, Milano e Montalcino (Siena) dove alcuni cittadini albanesi e italiani impiegati da anni in 3 aziende vitivinicole avevano realizzato un centro di smistamento della cocaina che veniva distribuita anche ad imprenditori del luogo per feste e serate nei locali. Lo stupefacente veniva distribuito all’interno della proprietà delle aziende dove agli spacciatori era stata fornita anche un’abitazione; il tutto a totale insaputa della proprietà delle aziende. All’alba di oggi i Carabinieri di Siena, nell’ambito dell’operazione ‘Montalcino Express’, hanno dato esecuzione a 8 misure di custodia cautelare nei confronti di altrettanti cittadini italiani e stranieri e numerose perquisizioni personali e domiciliari sono state effettuate a carico di altri 15 indagati.

Un giro d’affari da 20mila euro al mese. Mezzo chilo di cocaina a settimana Gli uomini dell’Arma hanno sequestrato 5 chili di droga portata a Montalcino principalmente attraverso corrieri, generalmente incensurati, ed il giro di affari accertato ammontava ad oltre 20mila euro al mese. Mezzo chilo di cocaina a settimana era il quantitativo spacciato, secondo le stime dei Carabinieri, dalla centrale di smistamento di droga messa in piedi a Montalcino. Le persone arrestate sono 3 operai vitivinicoli albanesi da anni residenti a Montalcino,  un commerciante di auto di Roma anch’esso albanese e un cuoco di San Quirico d’Orcia. L’obbligo di dimora è scattato invece per moglie e marito di Buonconvento e per l’amministratore di un’azienda vinicola di Montalcino. A seguito delle perquisizioni di questa mattina è stata poi arrestata in flagranza di reato anche la moglie di uno degli indagati, entrambi custodivano nella propria abitazione 250 grammi di marijuana e 100 grammi di cocaina occultata in una confezione di detersivo.

Uno strano via vai Le indagini, secondo quanto spiegato dai Carabinieri, sono partite «da un insolito via vai di persone non interessate al vino in alcuni locali e in 3 aziende di Montalcino». I proprietari delle aziende vitivincole «erano totalmente all’oscuro» e i dipendenti coinvolti nell’operazione «approfittavano della loro buona fede». Tra lo stupefacente sequestrato, oltre alla cocaina, anche marijuana e hashish per un ammontare complessivo di 5 chili. Durante la perquisizione domiciliare a carico di un indagato a Milano sequestrati anche 25mila euro in contanti ritenuti provento da spaccio

Articolo precedenteI dipendenti di Ampugnano: «Basta bluff e bugie, riflettiamo seriamente sull’aeroporto»
Articolo successivoSi spegne l’inceneritore di Scarlino, futuro incerto per 60 lavoratori