smartphoneDalla Cep, la “Calcolatrice Elettronica Pisana”, ai cellulari di ultima generazione, per i quali garantire le telefonate è una funzione ormai residuale: decenni di “cronaca” tecnologica fra innovazioni e assenza di “big companies” italiane nella cosiddetta “terza rivoluzione industriale”, quella delle information commmunication technologies: di tutti questi argomenti tratta il saggio di Simone Fubini intitolato “Oltre le occasioni perdute: dal transistor allo smartphone: 60 anni di storia in presa diretta” (Egea Editore) che sarà presentato venerdì 29 maggio alle 17 nell’aula magna storica della Scuola Superiore Sant’Anna si Pisa, su iniziativa dell’Associazione ex allievi. Con l’autore, il cui esordio nel mondo informatico risale al 1956 con il gruppo pisano della Olivedtti, si confronteranno personalità che hanno vissuto questa cavalcata tecnologica (Marco Maestro, Giovanni Cignoni, Piero Maestrini), con la moderazione di Paolo Ancilotti, già direttore della Scuola Superiore Sant’Anna, uno degli scienziati italiani che hanno contribuito al progresso delle scienze informatiche.

L’autore: «Passato dà stimoli per futuro» «Il passato – spiega l’autore, Simone Fubini, già amministratore delegato di Telettra, direttore centrale di Fiat, direttore generale di Olivetti -. Il passato non può essere cambiato, ma può fornirci stimoli per un futuro più positivo. La mia esperienza, iniziata alla Olivetti sotto la direzione dell’ingegner Mario Tchou, che aveva il compito di progettare un calcolatore elettronico per utilizzo commerciale, il futuro ELEA 9003, si è sviluppata negli anni della ricostruzione nazionale e del miracolo economico, che favoriva una cultura industriale aperta all’innovazione. Sono stato un progettista, un sistemista, uno stratega, un gestore, ho attraversato il mondo professionale dall’informatica alle telecomunicazioni, alle applicazioni, per rendere più competitive imprese manifatturiere e di servizi. Tra la fine degli anni Ottanta e la metà anni Novanta sono scomparse imprese italiane che fino ad allora avevano avuto un ruolo non secondario nell’offerta di prodotti e servizi di telecomunicazioni esportando con successo tecnologie, prodotti e servizi in molti paesi del mondo industrializzato. Nel mio saggio – conlude Fubini – provo a fornire una risposta, per capire se tutto questo si poteva evitare».

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