Che il museo sia uno spazio della società e per la società è oggi un assioma consolidato. Che i musei possano e debbano adoperarsi per essere sempre più e sempre meglio luoghi accessibili, inclusivi, al servizio del pubblico è fondamento e prassi di molti istituti culturali internazionali, nazionali, fiorentini. I musei del 2019 sono dispositivi sociali per l’individuo e per la collettività, si pongono come riferimenti importanti per la costruzione di identità singole e plurali, offrono esperienze preziose – tuttora insostituibili – di incontro con le tracce che l’umanità, dall’antichità ai giorni nostri, lascia di sé e del suo essere-nel-mondo. Anche i Musei Civici Fiorentini aderiscono a queste premesse e Musei toscani per l’Alzheimer partecipano a questo percorso; ed è in tale contesto che si inserisce il lavoro rivolto ormai da molti anni ai visitatori con bisogni particolari dal punto di vista fisico, mentale o sociale.

Benessere da arte e storia Nella convinzione che l’incontro con l’arte, la storia e la cultura sia portatore di un benessere profondo e di un significato che ancora oggi si fatica a inquadrare, misurare e definire, i musei della città profondono con MUS.E un grande impegno nei confronti dei “pubblici speciali” e di tutte le “persone speciali” che desiderano accedere ai musei, frequentarli, viverli, capirli. E’ questa la cornice entro la quale si inserisce il dialogo con le persone con Alzheimer e demenza, con i loro familiari e con i loro caregivers; un dialogo avviato ormai tanti anni fa su impulso della Regione Toscana – precursori la Fondazione Palazzo Strozzi e il Museo Marino Marini – grazie a cui nel tempo si è sviluppato su tutto il territorio regionale il progetto  e grazie a cui Palazzo Vecchio, il Museo Novecento, Santa Maria Novella, il Museo Bardini, Forte Belvedere e il Museo Bartali hanno visto decine e decine di anziani frequentare le loro sale, emozionarsi, osservare, raccontare, ricordare. E se finora a frequentare i Musei Civici sono stati gli ospiti delle RSA cittadine, oggi il Museo Novecento apre le sue porte anche alle famiglie, proponendo un percorso sperimentale agli anziani con demenza e a coloro che se ne prendono cura. Si comincia venerdì 17 maggio con un incontro di presentazione a tutti gli aderenti, per poi distribuirsi su due gruppi che frequenteranno il museo e le sue collezioni – così vicine al percorso biografico degli anziani, che vedono il Novecento come il “loro” secolo – insieme ai loro familiari, ai mediatori MUS.E e a operatori geriatrici specializzati ogni venerdì fino al termine di giugno

 

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