Ieri il cambio della foto–copertina su Facebook, oggi una giornata di incontri istituzionali a Roma (uno dei quali anche a Palazzo Chigi con il premier uscente Mario Monti) e poi l’intervista a Ballarò. Tutti lo rincorrono, tutti lo cercano, tutti vogliono sentire le sue parole. E a breve, forse, Matteo Renzi potrebbe definitivamente rompere il silenzio e tracciare una nuova rotta per il Pd e per il centrosinistra dopo il recente shock elettorale. L’appuntamento, fissato ormai da giorni, è con la Direzione Nazionale del Pd in programma per domani. Nell’attesa, il terreno sembra già essere pronto. Il sindaco fiorentino, secondo le più recenti indiscrezioni, non dovrebbe avere un atteggiamento di estrema rottura per quello che concerne il fronte della costituzione del nuovo governo, dove si prosegue sulla strada della cautela e della fiducia visto che la palla «non è nelle mani di Bersani o Grillo, ma in quelle del Capo dello Stato», come ha detto Matteo Richetti, fedelissimo di Renzi sin dalla Leopolda. Sul fronte della strategia di partito, invece, l’intervento di Renzi potrebbe assumere i connotati della tanto attesa – passateci il termine – “resa dei conti”. E il programma anti-Grillo che Renzi ha postato sul suo profilo Facebook il primo marzo appare come il proscenio dove dovranno essere reinserite linee guida del tutto nuove, o perlomeno rinnovate, per il Pd e per il centrosinistra.
 
Un inizio marzo di tweet e post Si respira un’inevitabile attesa, dunque, per vedere quella che sarà la prossima mossa del Rottamatore. «Non ci possiamo permettere i rimpianti». Ha twittato, sempre il primo marzo, il sindaco di Firenze dopo giorni di silenzio anche sul fronte social (leggi). E poi, dopo circa sette ore: «Nello zoo del Pd ci sono già troppi tacchini sul tetto e giaguari da smacchiare. Evitiamo gli sciacalli». Sul fronte sociale, è stato un inizio di marzo scoppiettante per Renzi. Magari con “post” e “tweet” meno frequenti ma sicuramente con una platea ben più ampia di “followers”. Specie in un centrosinistra in cui, forse e soprattutto nelle cosiddette “alte sfere”, in tanti si sono già pentiti della scelta fatta nei mesi scorsi. Sempre su Twitter l’annuncio odierno della partenza per la capitale e l’annullamento dell’incontro con i cinquanta parlamentari appena eletti e a lui molto vicini: come scrive Claudio Bozza sul Corriere Fiorentino, un summit che «avrebbe rischiato di essere interpretato come una riunione di ‘corrente’, una strategia da sempre considerata da ‘eterni perdenti’» (secondo il Renzi-pensiero). Una mossa che secondo molti addetti ai lavori può essere tradotta nella rincorsa che si prende prima di calciare il rigore decisivo.

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