«Non c’è accertamento di alcun dissesto finanziario per l’Università di Siena». Sono queste le parole di Angelo Riccaboni, rettore dell’ateneo senese a commento delle notizie di stampa relative ad una delibera della Corte dei Conti del 5 marzo scorso sull’analisi dei bilanci dell’Università dal 2009 al 2011. «Non solo, la delibera dei Magistrati contabili – aggiunge Riccaboni – riporta ed è in linea con l’auspicio emerso dal collegio dei revisori dell’Università di Siena già nel dicembre scorso in sede di approvazione del bilancio di previsione 2013, ossia che il Miur individui quanto prima criteri e parametri per definire con esattezza se un ateneo con disavanzo di bilancio sia in stato di criticità o di dissesto. Fino a quando questi parametri non saranno individuati non si potrà parlare di dissesto finanziario». Nell’aprile scorso fu approvato il bilancio consuntivo 2011 dell’Università di Siena con un disavanzo d’esercizio accertato di 8 milioni di euro. Per quanto riguarda il consuntivo 2012 bisognerà invece attendere la fine di aprile. 
 
La delibera della Corte dei Conti «L'Università di Siena e' in stato di dissesto finanziario». Ha annunciato nel pomeriggio un'agenzia di stampa sulla base della delibera numero 12 del 5 marzo del 2013, dalla Corte dei Conti, Sezione regionale di controllo per la Toscana, secondo cui i Magistrati contabili auspicano che «il Miur definisca i criteri per il dissesto finanziario e quindi possa assoggettare l'Ateneo a tale procedura prima che la situazione economica, finanziaria e patrimoniale degeneri ulteriormente». Un auspicio che si basa sull'analisi della Corte sull'andamento dei conti dell'ateneo senese dal 2009 al 2011 e sui risultati del piano di risanamento resosi necessario dopo la scoperta nel 2008 di un buco di oltre 250 milioni. Voragine in parte ridotta con l'alienazione di alcuni immobili: nel 2009 l'ex manicomio per 74 milioni, nel 2010 l'ospedale per 108 milioni. Un Piano di risanamento giudicato dalla Corte «in parte non idoneo ad incidere significativamente sull'andamento delle spese e, soprattutto, a ricondurre la gestione finanziaria in situazione di pareggio».
 
Equilibri difficili Per la Corte, secondo quanto riportato dall'agenzia di stampa, «gli equilibri di bilanci consuntivi, mostrano una situazione sempre deficitaria che denota notevoli difficoltà nella gestione amministrativa ordinaria dell'ente». Nel dettaglio, nel 2011 il risultato di amministrazione è stato pari a -43 milioni (debiti pregressi accumulati), quello di competenza -8,1 mln (deficit d'esercizio), quello di parte corrente -2,2 mln. Il rosso nei conti resta nonostante la riduzione del personale dipendente (docente e tecnico amministrativo) passato da 2.170 unità del 2009 a 1.944 unità nel 2011.
 
Il peso degli incarichi esterni Altri approfondimenti sono stati riportati dall'agenzia di stampa circa le spese che nel 2011 per contratti di prestazione d'opera sono passate da una previsione iniziale di 842 mila euro ad un importo effettivo di 3,153 milioni (+274%). Si registrerebbe anche un aumento della spesa per retribuzioni e altri assegni a ricercatori a tempo determinato pari +230%. La Corte sottolinea come nel periodo 2009-2011, la spesa del personale abbia sempre sforato il limite di legge del 90% (101,85% nel 2011) del Fondo Ordinario di Finanziamento, la principale fonte di finanziamento del sistema universitario.
 
Nubi all’orizzonte «La situazione potrebbe diventare ancor più critica – conclude la nota stampa – considerando che, con il decreto del 18 maggio 2012, tale limite è stato abbassato all'80%. In calo anche il livello dei residui passivi pari a 83,9 milioni di euro, si tratta di impegni di spesa non ancora saldati. I residui attivi, sempre che siano tutti esigibili, sono invece pari a circa 30 milioni»

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